lunedì 16 dicembre 2013

L’omino in Rosso : Una Storia dell’Italietta Nostra, dal Milione al Miliardo… e poi con l’Euro? di Rolando di Bari


 Per l’Italia e per gli italiani, il 1917 non tu un anno felice.

Tra il 24 e il 26 ottobre le fanterie austro-tedesche di von Bulow sfondarono a Caporetto e tanto bastò a fare dí quell'anno un anno tragico. Ma, prima del ferale autunno, il 1917 era stato un anno vivace, fecondo: l' anno in cui de Chirico creava le Muse Inquietanti, Malipiero presentava le sinfonie del "Poema del Silenzio”, Augusto Genina dirigeva il film "Femina'' ed Emilio Ghione “I topi grigi".
L'attrice Italia Almirante, protagonista del film Femina

Veniva pubblicato postumo "Verso la cuna del mondo” di Guido Gozzano (morto trentatreenne l'anno precedente.

Guido da Verona raggiunge il successo con "Mimi Bluette, fiore dei mio giardino" e un certo Giuseppe Ungaretti pubblica in sordina (200 copie stampate) la sua prima raccolta di poesie," Porto sepolto", mentre ben trecentomila copie vende "Quelle signore” , scabroso romanzo di Umberto Notari (che ne otterrà un processo per oscenità, ma forse proprio in questo fu il successo del libro).



In campo musicale, Armando Gill,l'autore di “Come pioveva” del 1919 consolida il suo successo con “Cosi è I' amore”.

Nello stesso 1917 vede la luce.,il 28 ottobre (quattro giorni dopo Caporetto) un nuovo personaggio: si tratta di un fumetto,destinato a diventare uno dei più amati dai bambini italiani in ogni tempo; l’avvenimento è forse dí minore portata di altri citati, ma la storia glie ne darà ragione, facendogli godere per molti decenni ancora del favore del pubblico.



Si tratta del “Signor  Bonaventura” che Sergio Tofano - in arte "Sto”- pubblica sul “Corriere dei Piccoli”  supplemento del già storico "Corriere della Sera”.

Tofano, nato nel 1886 si stava in quegli anni distinguendo come promettente attore nella compagnia di Ermete Novelli, ma, artista poliedrico,già nel 1912 si era presentato in via Solferino, sede del "Corriere", per proporre alcuni suoi lavori, di cui era autore sia del testo che dei disegni, destinati al "Corrierino", al cui direttore, Silvio Spaventa Filippi, non piacquero gran chè.

Sergio Tofano ripreso nel 1932 durante la rappresentazione della commedia "Pensaci Giacomino"


Ma il giovane aveva del talento, e Spaventa Filippi lo sollecitò a creare un suo personaggio, da contrapporre agli eroi dei fumetti americani che giá il ''Corrierino'' pubblicava;l'austero direttore aveva però imposto una modifica: i "fumetti", cioè le nuvolette con le parole uscenti dalla bocca dei protagonisti, giudicati non-graditi al pubblico italiano, venivano sostituiti da mielosi versetti - ottonari - in rima baciata, sempre a sfondo morale.



Uno dei personaggi più noti di questi fumetti "made in USA” era  Fortunello (Happy Hooligan nella versione originale creato da Frederick Burr Opper), vero archetipo del cittadino di questa giovane nazione, ormai lanciata verso la leadership mondiale con la sua immagine fortunata, opulenta e benestante.



La risposta italiana a "Fortunello" apparve per la prima volta sul “Corriere dei Piccoli" il 28 ottobre 1917, personificata dal “Signor Bonaventura" di Sto. Il disegno tofani-ano era sintetico ed efficace di grande impatto, graficamente elegante, di facile lettura.


Il protagonista del fumetto era un buffo ometto dalla testa perfettamente ovale coronata da una bombetta rossa; sotto la testa si sviluppava un corpo pacioso indossante pantaloni immacolatamente bianchi, coperti a loro volta da un'elegante, attillata redingote rossa.

I tratti somatici erano, tutto sommato, anonimi ma si trattava dì una precisa scelta dell'autore affinchè chiunque vi si potesse riconoscere, caratterizzati da un lungo naso a spillo da una bocca appena pronunciata e due grandi occhi ovali che ripetevano il motivo grafico della testa. Meno efficaci i testi, che rimasero sempre (come nelle trascrizioni dei fumetti americani) relegati a fondo vignetta, con la rima baciata e la conclusione moraleggiante, come d'altronde era nello stile dell'epoca.

Il successo fu meritatamente grande e immediato In un’ Italia dilaniata dai conflitti sociali e politici e drammaticamente consapevole di una situazione bellica precaria, il "Signor Bonaventura” rappresentava un utile, piacevole diversivo.

E'  probabile che lo stesso Tofano si fosse reso conto dell'importanza anche sociale delle sue vignette, tanto è vero che il primo testo originale che recitava “Qui comincia la sciagura del Signor Bonaventura” fu poi sostituito con un meno tragico “Qui comincia l'avventura…”  che rimase inalterato per tutta la vita del fumetto.



Le storie illustrate dell' omino in rosso seguivano un canovaccio di base che prevedeva un inizio in cui il Bonaventura incappava in qualche guaio al quale riusciva sempre a porre rimedio tanto felicemente che alla fine gli veniva regalato “un milione".

Cifra enorme, per i tempi, ma che con il trascorrere dei decenni finì per diventare esigua, così che nelle ultime storie fu aumentata a “ un miliardo" il che finiva per realizzare virtualmente, in un'epoca in cui non esistevano ancora Totocalcio, Totip, Gratta e Vinci e simili giochi e giochini, i sogni di ricchezza degli italiani.



Il bravissimo Tofano aveva dunque inventato il fumetto "sociale": non solo faceva sorridere grandi e piccini, ma riusciva, in qualche misura. ad appagare i desideri - consci e inconsci - del popolo per una vita migliore.

Sergio Tofano morì a Roma, dov'era nato, nel 1973, senza aver mai interrotto le sue molteplici attività.Come attore, dopo aver frequentato l’ Accademia romana di Santa Cecilia ed esordito accanto a Ermete Novelli, passato in seguito nella compagnia di C. Dondini e poi U. Tolli (da lui considerato il suo vero maestro), sì segnalo per il carattere sottilmente ironico, privo di affettazione e facili effettismi.

Illustrazione di Sergio tofano pubblicata sul Giornalino della Domenica n 3 del 1919


Nel cinema fu particolarmente attivo negli anni trenta, con film brillanti, ma continuò anche nell'età avanzata, con parti spesso secondarie ma sempre fortemente caratterizzate. Con la moglie Rosa Cavallari (1902-1960), anch'essa attrice, firmò scenografie, disegnò costumi, scrisse testi.

Copertina raffigurante una donna ed un panorama abruzzesi, copertina della rivista  la Lettura del 1926


Continuò la sua attività di fine illustratore, elegante anche se legata a un certo gusto Liberty di inizio secolo, ma il Signor Bonaventura clownesco e surreale, resta sicuramente la sua fatica di maggior successo, quella per cui sarà piú a lungo ricordato.

Illustrazione interna per Il "Castello delle Carte: novelline bizzarre" di Giuseppe Fanciulli, 1930

domenica 15 dicembre 2013

Corriere dei Piccoli il Primo Storico Numero

Uscito come supplemento del Corriere della Sera il 27 dicembre del 1908, con il prezzo in edicola di 10 centesimi, fa il suo esordio ufficiale il mitico "Corriere dei Piccoli", la prima rivista settimanale di fumetti dell'editoria italiana, un'avventura che si dipanò nel corso di decenni fino al 1995.
Proponiamo qui la copia di quel numero 1.

  Come sempre cliccando con il tasto destro sule immagini e selezionando l'opzione "apri in una nuova scheda" si otterrà una maggiore definizione delle stesse.




 






 


 





  








    

Sacra Rappresentazione dal Corriere dei Piccoli

Negli anni 60 erano in gran voga i giochi di costruzione ottenuti ritagliando disegni di carta e assemblando i soggetti con colla e piegature, valgano per tutti le famose bambole con corredo di vestitini intercambiabili.
Per ricordare quei giochi proponiamo una sacra rappresentazione tratta dal Corriere dei Piccoli n° 50
 del 16 dicembre 1962.

Come sempre cliccando con il tasto destro sulle immagini e selezionando l'opzione "apri in una nuova scheda" si otterrà una maggiore definizione delle stesse.




sabato 14 dicembre 2013

La Leggenda del Cenacolo di Leonardo a Fumetti di Franco Fava e Carlo Bosetti



Pubblicato nel 1997 per le Edizioni Bernardo Stroppi di Abbiategrasso, questo opuscolo si fregia di un'agile sceneggiatura di Franco Fava e Giuliana Battipede, magistralmente illustrata dai disegni di Carlo Bosetti.
Una piacevole, quanto insolita, riproposizione di un episodio della vita a Milano del maestro rinascimentale Leonardo da Vinci.