martedì 25 dicembre 2018

Il Liberty a Vigevano di Rolando di Bari

Copertina del mensile Vigevano Mese, ideato e diretto da Franco Fava, Villa Erminia in via Cairoli, foto di Marco Currò
A Vigevano il Liberty si affaccia nei primi anni del 900, a sostituire gradualmente l'usato ed abusato Neoclassicismo, da cui resterà ancora a lungo contaminato, nell'architettura locale.
Fra le prime realizzazioni dell'edilizia Liberty sono da annoverare due splendide ville, l'una al numero civico 2 di corso Pavia, l'altra al numero 34 di via Cairoli. quest'ultima, che ha un maggiore sviluppo verticale, presenta un'eleganza sobria, gradevolmente in equilibrio tra vecchio e nuovo, ove il "nuovo" è rappresentato dalle decorazioni floreali che interessano un'area minima della superficie esterna; notevoli sono le vetrate, in parte colorate e in parte decorate con motivi floreali. Quella di corso Pavia 2 segue più da vicino i canoni del Modern Style: i motivi floreali sono presenti in ogni componente della costruzione, nelle decorazioni, nella cancellata esterna in ferro battuto, nei balconi, nei vetri delle finestre, nelle inferriate di protezione delle finestre stesse; più ricca ed elaborata della precedente, conserva elementi caratteristici del Romanticismo di fine Ottocento, che ben si sposa al Liberty italiano. Ambedue le costruzioni risalgono al 1902.


Villa in corso Pavia 2, particolari della ringhiera e dell'inferriata di una finestra




I primi due decenni del secolo vedono l'affermazione massiccia dello Stile Floreale: non vi è - o quasi - costruzione eretta in tale periodo che, per quanto semplice o povera, non presenti in qualche sua parte caratteri pur minimi riconducibili al Liberty.
Balconi, finestre, ornati sottogronda (monocromi, policromi, bassorilievi, graffiti), mensole di supporto dei tetti, davanzali, intonaci, ringhiere, cancellate; perfino le colonne di sostegno dei cancelli e cancellate sono talvolta decorate con motivi floreali. Negli ornati sottogronda, costituiti spesso da motivi decorativi estremamente complessi, vere e proprie piccole opere d'arte, sopravvivono elementi mitologici; in qualche caso riappare la decorazione "a grottesca" cara ai decoratori rinascimentali, i quali, a loro volta, già l'avevano presa a prestito dalla Domus Aurea neroniana.

Tipico edificio Liberty al civico 7 di corso Genova

Non sfuggono alla moda le abitazioni multifamigliari, gli edifici di rappresentanza o di uso pubblico.
A Vigevano non furono presenti grossi nomi dell'architetture Liberty nazionale; ciò nonostante i risultati della progettazione e dell'edificazione locale furono sempre degnissimi, gradevoli e, spesso, in grado di reggere il confronto con i maggior architetti italiani e d'oltralpe.
Numerosi sono gli edifici che meritano una segnalazione, tra questi uno stupendo palazzo al numero 2 di via Madonna degli Angeli, in cui pure è osservabile la contaminazione neoclassica rappresentata dai finti capitelli sommitali, posti in angolo della costruzione. Ancor più numericamente rilevanti le ville, tra le quali e forse impossibile effettuare una scelta; segnaliamo i numeri 13 e 15 di corso Torino, i numeri 5 e 7 di via Trieste, il 14, il 17 e il 20 di via Madonna Sette Dolori, il numero 17 di via De Amicis, il 5 in via Trento. Ancora, tra i palazzi, il numero 4 in via del Convento e il 14 in viale Leonardo da vinci.


La villa di via Madonna 7 Dolori 17, sotto: un particolare della decorazione muraria esterna



Ad un censimento del Liberty vigevanese non potrebbero sfuggire i numeri civici 46 di corso Pavia, 16 di via Manara Negrone, 5 di via Diaz, 9 di via Madonna degli angeli, 81 di corso Novara.
Una menzione particolare merita l'abitazione posta al numero 7 di corso genova, del 1904, a nostro parere la più efficace interpretazione vigevanese della rivisitazione italiana del Liberty.
Con l'avvento del Fascismo trovano buona accoglienza e diffusione nuovi canoni stilistici che, in campo architettonico, sostituiscono ma, più spesso, si sovrappongono agli ormai classici caratteri del Liberty italiano ed internazionale, dai quali invece l'architettura fascista vorrebbe invece affrancarsi.
Le linee degli edifici divengono ancor più rigidamente geometriche, squadrate, fredde, ma negli elementi accessori continua a far capolino lo Stile Floreale. Né manca inevitabilmente la celebrazione: in molti ornati sottogronda, incorniciate in serti d'alloro, appaiono le effigi del "Grandi Italiani".

Villa in via De Amicis 17
Significativo, a tale proposito, un edificio al numero civico 11 di vicolo Venturini, ove sono osservabili, nello stile descritto, i volti di Leonardo, Cristoforo Colombo ed altri.
Nonostante il "gusto di regime" imponga linee sobrie ed edifici disadorni, ancora negli anni Trenta appaiono costruzioni degne di nota che, pur rappresentando una deformazione dei concetti originari del movimento Liberty, rimangono ottimi esempi di coerenza stilistica e, soprattutto, di buon gusto. Meritano una citazione il numero 19a di via San Giovanni e la splendida villa al 57 di corso Novara,datata 1937, che anche all'interno conserva una ricca decorazione d'epoca.


Villa in corso Novara 57

L'ultima guerra decreta la morte dello Stile Floreale, anche se esso riappare sporadicamente nell'immediato dopoguerra in qualche elemento accessorio di costruzioni minori.
E' importante notare come la conservazione di tutto questo enorme ed importante patrimonio architettonico ed artistico,, le segnalazioni qui indicate rappresentano una minima parte degli edifici vigevanesi nel contesto Liberty, non sia mai stata tutelata.
Gli stessi organi competenti hanno scarsamente preso in considerazione questo, forse troppo recente, periodo della storia artistica del nostro paese. Le amministrazioni locali non hanno mai posto limiti alla ricostruzione o ristrutturazione di edifici che andavano altrimenti tutelati. La buona conservazione dei quali è rimasta dunque affidata all'intelligenza ed al buon gusto dei proprietari. Intere ville sono state abbattute per far posto a complessi residenziali e condomini; interessanti decorazioni sono scomparse sotto frettolosi intonaci; facciate in stile sono state inopinatamente sostituite da altre di aspetto più moderno. E' significativo quanto è avvenuto in via Aguzzafame: l'edificio al numero 45 è stato interamente intonacato a nuovo, ma la bella fascia ornamentale sottogronda è stata salvata e rinfrescata; l'edificio confinante (al numero 4 di via Tre Moroni) è ugualmente stato intonacato con la copertura dell'ornato sottogronda.


Villa in corso Novara 81

In tutta la città, sotto l'azione demolitrice degli agenti atmosferici e dell'inquinamento, i caratteri rappresentativi di una stagione architettonica felice e prolifica stanno svanendo; gli intonaci cadono, le decorazioni svaniscono, i basso rilievi si smussano, i graffiti vengono cancellati.
A quando una politica concreta di salvataggio di queste opere?


Testo e foto, 1988, di Rolando di Bari


domenica 30 settembre 2018

Il Villaggio Giardino Milanino di Roberto Bagnera, foto di Matteo Grieco






Circa dieci chilometri a Nord di Milano, lungo la strada provinciale per Desio, è situato Cusano Milanino, una propaggine della metropoli che presenta tutti i problemi tipici delle zone altamente industrializzate. 
Ad un'analisi tipologica più approfondita, ci si rende però conto dell'esistenza dì due paesi in uno, della compresenza di due distinte anime urbane; la prima è costituita da Cusano, formatasi in tempi antichi. Quattro resti di sarcofaghi, ritenuti del V e VI secolo dimostrano che il villaggio era abitato a quell'epoca da personaggi facoltosi; un'urna cineraria, anfore e monete, rinvenute in periodi diversi e oggi smarrite, testimoniano che esso esisteva già al tempo degli antichi Romani. 




Al principio del Novecento il comune di Cusano sul Seveso fu interessato da un episodio di grande rilevanza urbanistica: la nascita del centro di Milanino.
L'Unione Cooperativa, capeggiata da Luigi Buffoli, acquistò una vasta area agricola nella zona est del territorio comunale, allo scopo di fondare un sobborgo residenziale, secondo gli schemi dell'urbanista inglese Howard, e sul modello di quelli già rea- lizzati in Inghilterra. Un'esperienza del genere non era mai stata tentata da nessuno in Italia; ciò nonostante l'iniziativa raccolse molte adesioni e coinvolse molti impiegati e professionisti. 




A partire dal 1909 sorse così il nuovo nucleo, un quartiere composto esclusivamente di ville di ogni dimensione, immerso nel verde, nel 1915 venne perfino modificato l'attributo del comune che si chiamò Cusano Milanino.
L'entusiasmo con cui fu vissuta questa esperienza fu poi soffocato dall'avvento del Fascismo che sciolse l'Unione Cooperativa; ad essa aveva fra gli altri collaborato Giuseppe Palanti, raffinato pittore ed insegnante all'Accademia di Brera, progettando alcune costruzioni e illustrando con un'inconfondibile grafica Liberty i cataloghi di vendita per corrispondenza della Cooperativa, in seguito fu a sua volta ideatore di un progetto consimile: Milano Marittima. 




Le prime abitazioni di Milanino cominciarono a sorgere nel 1909 e fu l'ingegnere Giannino Ferrini, allora capodivisione dell'ufficio tecnico comunale, a stendere il piano regolatore e le norme per la costruzione dei singoli villini. In mezzo all'area era previsto un vialone e in fondo a questo la stazione del tram per Milano. 
Nelle intenzioni di Buffoli, Milanino si doveva presentare come un'ampia distesa di verde disseminata di ville e villini, attraversata da un tracciato irregolare di strade sinuose, con piazze e piazzuole di tutte le forme e dimensioni per evitare la monotonia. Le case non dovevano occupare più di due quinti del lotto in cui sarebbero sorte, né superare i due piani di altezza oltre il terreno, né presentare facciate nude. 



Appare chiaro, visti questi propositi stilistici, e visto il periodo storico d'attuazione del progetto, che di conseguenza le villette presentino tutte una certa attinenza con i dettami architettonici e decorativi del Liberty, diluiti in soluzioni mai eclatanti ma certamente non comuni. La presenza di spazi verdi pertinenti ad ogni singola costruzione legata a quelli adibiti a verde pubblico ci regala un'immagine sicuramente piacevole ed un paesaggio urbano omogeneo e a misura d'uomo. 





Poiché dopo il 1921 l'esperimento fu, per forza di cose, interrotto, oggi si perde in alcuni punti di Milanino il senso primario dell'idea, i nuovi edifici non sempre legano con i vecchi, e le tendenze contemporanee avrebbero potuto snaturare il discorso della "città giardino", unica in Italia; fortunatamente, dopo l'infausto abbattimento di un villino, la Sovrintendenza ai Beni Culturali elesse Milanino al rango di monumento nazionale.

sabato 12 maggio 2018

Circles 800 Tondi d'Arte a Vigevano di Roberto Bagnera

Circles è un'esposizione di opere d'arte molto particolare, inaugurata a Vigevano, nella suggestiva cornice della sotterranea presso il Castello Visconteo il 12 Maggio del 2018, a proseguire poi fino al 27 di Maggio.



Si tratta della collezione, raccolta in vent'anni e più, dal fotografo professionista Dulio Zanni, che ha ottenuto, da firme spesso prestigiose, dei tondi pittorici, contraccambiando con servizi fotografici dedicati ai vari autori.
I tondi, del diametro di 20 cm diventano una superficie onirica sulla quale narrare i percorsi d'arte più
vari come davanti ad un'obbiettivo circolare, travalicando le conseguenze del mondo bidimensionale e spingendolo anzi nella direzione di un multiverso policromo.


L'ingresso all'Esposizione

La mostra, organizzata dall'Associazione No Profit NoiBrera e dal gruppo di intraprendenti artisti del collettivo Ondedurto Arte, che sono anche interpreti raffinati di alcune delle opere esposte, presenta un approccio decisamente inconsueto ma accattivante alle diverse esperienze artistiche coinvolte.

Ecco una rassegna di immagini dell'esposizione vigevanese










Duilio Zanni, amante e fruitore di kermesse e mostre d'arte è stato per anni fotoreporter per il quotidiano milanese "Il Giorno", la sua assidua frequentazione e narrazione fotografica dedicata ad artisti di svariate estrazioni creative ed alle loro opere è sfociata, quasi per caso, in una raccolta di creazioni a lui dedicate in virtù dell'amicizia con questi protagonisti dell'arte.
Come raccontava lui stesso:

"È stato, mi pare, a  settembre del 1995. Sono entrato da un falegname con un amico pittore, Lino Marzulli, per aiutarlo a trasportare alcuni grossi telai per i suoi quadri. E lì, in vetrina, ho visto delle piccole tele tonde, i miei famosi “tondi”. Mi è venuta quasi per scherzo l’idea di chiedere a Marzulli di dipingermene una, e allora ne ho comprate alcune. Da lì è cominciato tutto. Infatti, di lì a poco, ho chiesto la stessa cosa ad altri amici pittori (...)"

Duilio Zanni ripreso "in mezzo" alla sua collezione
L'opera di Enrico Baj che è stata scelta per la locandina dell'esposizione
Riportiamo di seguito una selezione di immagini, dal sito http://www.duiliozanni.it, di alcune fra le opere esposte a Vigevano.







Gianfranco Bartelomeoli 















Salvo










Antonella Prota






NOIBRERA, un'associazione culturale no profit orientata alla divulgazione e alla valorizzazione dell’arte, nel convincimento che il suo ruolo non sia unicamente disciplinare o accademico ma che rivesta anche un'importante funzione sociale e civile. Il nucleo dell'Associazione Culturale NOIBRERA è formato da professionisti che operano nel campo della grafica, della comunicazione, dell'antiquariato, della storia dell'arte, del restauro e dell'architettura. 

L'associazione culturale NOIBRERA  è un'organizzazione no profit composta da professionisti che svolgono la loro attività di grafici, nel campo dell'antiquarato piuttosto che della comunicazione o della storia dell'arte, si prefigge di valorizzare e divulgare l'arte sottolineandone particolarmente la funzione e civile.

Ondedurto.Arte è un ensemble di artisti legati dalla vulcanica simpatia di Gio Marchesi che si occupano di propagandare l'arte nelle sue molteplici forme attraverso mostre, kermesses e iniziative coraggiose come nel caso di "Giustiziarte" e "Cambio Vita"



Nell'immagine alcuni dei tondi realizzati dagli artisti di Ondedurto Arte.

Di seguito alcune riprese ravvicinate delle opere degli artisti di Ondedurto.Arte

Alda Lusona
Daniela Tabarin
Enrica Pedretti
Gabriella Maldifassi
Gio Marchesi
Luisa Bonomi
Maddalena Cerulli
Marco Montani
Maria Cristina Cagnardi
Maria Elena Marsilio
Silvana Giannelli
Teresa Ferraiuolo
Rolando di Bari

Un'occasione intrigante, come intrigante è il palcoscenico scelto a Vigevano, per avvicinarsi a capolavori sicuramente rappresentativi del percorso creativo e raffigurativo degli autori rappresentati.

Una sorridente Gio Marchesi in posa a fianco del totem che ospita la sua opera, foto di Paola Faggella