martedì 30 aprile 2019

Il Convento nel Cortile di Roberto Bagnera

Con il titolo: Il Mondo finisce in un cortile questo articolo fu pubblicato in prima edizione sul mensile Martinella di Milano nel numero di Dicembre 1988.

Lo riproponiamo attraverso la scannerizzazione delle pagine originali con l'avvertenza di cliccare sulle immagini con il tasto destro del mouse, selezionando poi l'opzione "apri immagine in una nuova scheda, per una maggiore fruizione e lettura.

Abbiamo ritenuto opportuno aggiungere alcune immagini a colori relative ad alcuni dei soggetti qui descritti realizzate da Luciana Furiosi.








Via Cappuccio 7: Chiostro del Convento di Santa Maria al Circo romano, servizio fotografico di Luciana Furiosi

















Via Cosimo del Fante 16, casa Venegoni, così chiamata dal nome della famiglia committente e che l'architetto Giulio Ulisse Arata realizzò fra il 1923 ed il 1927, in uno stile eclettico che riecheggia gli stilemi del Coppedè. L'edificio fu costruito su una porzione del secolare Monastero delle Dame Vergini alla Vettabbia del quale conserva nel cortile elementi dell’antico chiostro trecentesco a doppio ordine di portici la cui parte inferiore con colonne in pietra ed archi a tutto sesto in mattoni che fa da quinta al magnifico pozzo del 500. Servizio fotografico di Luciana Furiosi















Milano via San Martino, casa Pellegrini Cislaghi nel giardino della quale sono stati ricomposti alcuni resti del Monastero delle Dame Vergini alla Vettabbia. Servizio fotografico di Luciana Furiosi











Copertina del numero di Dicembre 1988 del Mensile La Martinella di Milano

Le foto aggiunte in questa sede sono state realizzate nel 2019 da Luciana Furiosi
Le foto orignali dono del 1988 di Franco Mauri, Archivio AcadeMI
L'articolo in questione è stato poi pubblicato in:
- Milano Minima, 2001, edizioni Selecta
- Le Bellezze Nascoste di Milano, 2009, edizioni Selecta, successivamente utilizzato come inserto per il quotidiano Il Giorno.



domenica 14 aprile 2019

Castiglione Olona, un'isola toscana in Lombardia di Roberto Bagnera e Virgilio Carnisio



Foto Reportage di Virgilio Carnisio, 11 Aprile 2019


Il Rinascimento Fiorentino in Lombardia


Sulle dolci colline del Varesotto un’isola Toscana in Lombardia, così cita il cartello turistico giallo, sollecita la nostra curiosità e ci impone di indagare.



Volgiamo quindi la nostra automobile in direzione di Castiglione Olona e già le prime avvisaglie architettoniche del pregevole borgo ci confermano la definizione iconografica: scorci di pregevoli architetture rinascimentali affiorano, ad ogni nuova curva della strada, tra i rami della lussureggiante vegetazione dalle sommità delle varie alture in cui si dipana Castiglione.



Il primo impatto con l’abitato è la chiesa di Villa, eretta tra il 1432 e il 1435, di pianta quadrata ed uno schema simile a quello della Sagrestia Vecchia di San Lorenzo a Firenze. I richiami stilistici della sua architettura ci rimandano all’arte dei Brunelleschi e più di un critico è in realtà pronto ad attribuirgliela. Fu costruita per volere del Cardinale Branda Castiglioni sulle fondamenta di un’antica chiesa dedicata al Santo Sepolcro.
Chiesa del SS Corpo di Cristo detta "di Villa" in piazza Garibaldi, all'angolo con la via Branda Castiglioni




A due passi, risalente ai primi anni del Quattrocento, si trova il palazzo Branda Castiglioni, sede principesca della famiglia del Cardinale, restaurato nel corso degli anni Novanta grazie ad un concorso indetto da Selezione del Reader’s Digest per la salvaguardia dei beni culturali vinto dalla municipalità di Castiglione.


Palazzo Branda Castiglioni e via Mazzini



Nei primi  vent’anni del Quattrocento, sempre su impulso del Cardinale, fu eretta quella che va considerata senza dubbio la perla di Castiglione Olona: la Collegiata, con annesso battistero.
Nella sua architettura sembrano riassumersi gli aspetti essenziali della concezione degli spazi dello stile Gotico Lombardo: ripartita in tre navate coperte da volte a crociera archiacute, la centrale delle quali termina in un’ ampia abside; pesanti colonne in marmo bianco fungono da sostegni; l’esterno si presenta in una rossa superficie in cotto, con una lineare frangia di archetti acuti.

Chiesa Collegiata dei SS Stefano e Lorenzo


L’aspetto sicuramente più spettacolare di questo edificio religioso è il ciclo di affreschi attribuiti a Masolino da Panicale nel battistero, nel corso del 1435,  l’artista appose la sua firma a quegli episodi di vita sacra, ancora oggi in ottimo stato di conservazione, che ci è dato di ammirare: “La veduta di Roma”, “La Visitazione”, “L’Imposizione del nome di Giovanni Battista”, “La prigionia del Battista”, “Il banchetto di Erode” e tanti altri.
Alcuni critici d’arte ravvedono nelle pitture alcune parti dovute al Masaccio, l’ipotesi si basa sulla collaborazione che unì i due artisti negli affreschi della chiesa del Carmine a Firenze.

Dettagli deglii affreschi attribuiti a Masolino da Panicale



Va sottolineato che questi affreschi furono riscoperti in primo luogo nel 1843 e successivamente, nel 1927, celati sotto una patina di calce che fu sicuramente stesa per disinfettare l’edificio dopo una delle innumerevoli pestilenze che un tempo affliggevano le terre lombarde. Pregevole è anche la raccolta di arredi sacri nel museo della Collegiata, per inciso ricordiamo come curiosità che fu proprio in questa sede che venne perpetrato uno dei primi furti sacrileghi del dopoguerra: una tavoletta attribuita al Beato Angelico.
Una passeggiata lungo le strade del paese ci porterà a scoprire edifici dalle nobili origini architettoniche, dai piacevoli cortili ad arcate, come il Palazzo Comunale, inerpicandoci per le strette vie in salita potremo esser sorpresi da una situazione curiosa ed insolita: all’interno di quasi ogni portone è posta una colonnina semaforica che, data l’esiguità degli spazi percorribili in auto, assolve egregiamente il compito di evitare infauste occasioni d’incidente.

Dettagli e scorci del borgo di Castiglione Olona





Alla fine del nostro incedere, al sommo di un ennesimo cucuzzolo, Castiglione Olona si accomiata da noi con un’ultima immagine del suo passato splendore: il castello di Monteruzzo, del 1550, che si erge massiccio e imponente a guardia della sottostante vallata dell’Olona.

Il Castello di Monteruzzo in una foto del 1989, Archivio ACAdeMI

Articolo pubblicato in origine sulla rivista Itinera, numero di Luglio/Agosto 1989
Le foto di Virgilio Carnisio sono state scattate l'11 Aprile 2019