Per l’Italia e per gli italiani, il 1917 non tu un anno felice.
Tra il 24 e il 26 ottobre le fanterie austro-tedesche di von Bulow sfondarono a Caporetto e tanto bastò a fare dí quell'anno un anno tragico. Ma, prima del ferale autunno, il 1917 era stato un anno vivace, fecondo: l' anno in cui de Chirico creava le Muse Inquietanti, Malipiero presentava le sinfonie del "Poema del Silenzio”, Augusto Genina dirigeva il film "Femina'' ed Emilio Ghione “I topi grigi".
L'attrice Italia Almirante, protagonista del film Femina |
Veniva pubblicato postumo "Verso la cuna del mondo” di Guido Gozzano (morto trentatreenne l'anno precedente.
Guido da Verona raggiunge il successo con "Mimi Bluette, fiore dei mio giardino" e un certo Giuseppe Ungaretti pubblica in sordina (200 copie stampate) la sua prima raccolta di poesie," Porto sepolto", mentre ben trecentomila copie vende "Quelle signore” , scabroso romanzo di Umberto Notari (che ne otterrà un processo per oscenità, ma forse proprio in questo fu il successo del libro).
In campo musicale, Armando Gill,l'autore di “Come pioveva” del 1919 consolida il suo successo con “Cosi è I' amore”.
Nello stesso 1917 vede la luce.,il 28 ottobre (quattro giorni dopo Caporetto) un nuovo personaggio: si tratta di un fumetto,destinato a diventare uno dei più amati dai bambini italiani in ogni tempo; l’avvenimento è forse dí minore portata di altri citati, ma la storia glie ne darà ragione, facendogli godere per molti decenni ancora del favore del pubblico.
Si tratta del “Signor Bonaventura” che Sergio Tofano - in arte "Sto”- pubblica sul “Corriere dei Piccoli” supplemento del già storico "Corriere della Sera”.
Tofano, nato nel 1886 si stava in quegli anni distinguendo come promettente attore nella compagnia di Ermete Novelli, ma, artista poliedrico,già nel 1912 si era presentato in via Solferino, sede del "Corriere", per proporre alcuni suoi lavori, di cui era autore sia del testo che dei disegni, destinati al "Corrierino", al cui direttore, Silvio Spaventa Filippi, non piacquero gran chè.
Sergio Tofano ripreso nel 1932 durante la rappresentazione della commedia "Pensaci Giacomino" |
Ma il giovane aveva del talento, e Spaventa Filippi lo sollecitò a creare un suo personaggio, da contrapporre agli eroi dei fumetti americani che giá il ''Corrierino'' pubblicava;l'austero direttore aveva però imposto una modifica: i "fumetti", cioè le nuvolette con le parole uscenti dalla bocca dei protagonisti, giudicati non-graditi al pubblico italiano, venivano sostituiti da mielosi versetti - ottonari - in rima baciata, sempre a sfondo morale.
Uno dei personaggi più noti di questi fumetti "made in USA” era Fortunello (Happy Hooligan nella versione originale creato da Frederick Burr Opper), vero archetipo del cittadino di questa giovane nazione, ormai lanciata verso la leadership mondiale con la sua immagine fortunata, opulenta e benestante.
La risposta italiana a "Fortunello" apparve per la prima volta sul “Corriere dei Piccoli" il 28 ottobre 1917, personificata dal “Signor Bonaventura" di Sto. Il disegno tofani-ano era sintetico ed efficace di grande impatto, graficamente elegante, di facile lettura.
Il protagonista del fumetto era un buffo ometto dalla testa perfettamente ovale coronata da una bombetta rossa; sotto la testa si sviluppava un corpo pacioso indossante pantaloni immacolatamente bianchi, coperti a loro volta da un'elegante, attillata redingote rossa.
I tratti somatici erano, tutto sommato, anonimi ma si trattava dì una precisa scelta dell'autore affinchè chiunque vi si potesse riconoscere, caratterizzati da un lungo naso a spillo da una bocca appena pronunciata e due grandi occhi ovali che ripetevano il motivo grafico della testa. Meno efficaci i testi, che rimasero sempre (come nelle trascrizioni dei fumetti americani) relegati a fondo vignetta, con la rima baciata e la conclusione moraleggiante, come d'altronde era nello stile dell'epoca.
Il successo fu meritatamente grande e immediato In un’ Italia dilaniata dai conflitti sociali e politici e drammaticamente consapevole di una situazione bellica precaria, il "Signor Bonaventura” rappresentava un utile, piacevole diversivo.
E' probabile che lo stesso Tofano si fosse reso conto dell'importanza anche sociale delle sue vignette, tanto è vero che il primo testo originale che recitava “Qui comincia la sciagura del Signor Bonaventura” fu poi sostituito con un meno tragico “Qui comincia l'avventura…” che rimase inalterato per tutta la vita del fumetto.
Le storie illustrate dell' omino in rosso seguivano un canovaccio di base che prevedeva un inizio in cui il Bonaventura incappava in qualche guaio al quale riusciva sempre a porre rimedio tanto felicemente che alla fine gli veniva regalato “un milione".
Cifra enorme, per i tempi, ma che con il trascorrere dei decenni finì per diventare esigua, così che nelle ultime storie fu aumentata a “ un miliardo" il che finiva per realizzare virtualmente, in un'epoca in cui non esistevano ancora Totocalcio, Totip, Gratta e Vinci e simili giochi e giochini, i sogni di ricchezza degli italiani.
Il bravissimo Tofano aveva dunque inventato il fumetto "sociale": non solo faceva sorridere grandi e piccini, ma riusciva, in qualche misura. ad appagare i desideri - consci e inconsci - del popolo per una vita migliore.
Sergio Tofano morì a Roma, dov'era nato, nel 1973, senza aver mai interrotto le sue molteplici attività.Come attore, dopo aver frequentato l’ Accademia romana di Santa Cecilia ed esordito accanto a Ermete Novelli, passato in seguito nella compagnia di C. Dondini e poi U. Tolli (da lui considerato il suo vero maestro), sì segnalo per il carattere sottilmente ironico, privo di affettazione e facili effettismi.
Illustrazione di Sergio tofano pubblicata sul Giornalino della Domenica n 3 del 1919 |
Nel cinema fu particolarmente attivo negli anni trenta, con film brillanti, ma continuò anche nell'età avanzata, con parti spesso secondarie ma sempre fortemente caratterizzate. Con la moglie Rosa Cavallari (1902-1960), anch'essa attrice, firmò scenografie, disegnò costumi, scrisse testi.
Copertina raffigurante una donna ed un panorama abruzzesi, copertina della rivista la Lettura del 1926 |
Continuò la sua attività di fine illustratore, elegante anche se legata a un certo gusto Liberty di inizio secolo, ma il Signor Bonaventura clownesco e surreale, resta sicuramente la sua fatica di maggior successo, quella per cui sarà piú a lungo ricordato.
Illustrazione interna per Il "Castello delle Carte: novelline bizzarre" di Giuseppe Fanciulli, 1930 |
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