domenica 8 ottobre 2023

Lussuria e tradimenti, la Messalina di Milano di Roberto Bagnera

All'interno della chiesa di San Maurizio in Corso Magenta ci sono numerosi bellissimi affreschi, fra i quali primeggiano quelli eseguiti da Bernardino Luini.

L'interno affrescato di San Maurizio, foto dal sito ilgiornaledellarte 

Uno di questi affreschi è dedicato alla decapitazione di Santa Caterina.
La decapitazione di Santa Caterina

Secondo un'antica leggenda pare che il pittore avesse dato alla santa le sembianze fisiche di Bianca Maria contessa di Challant, che nella vita reale venne pure decapitata con l'accusa di aver commissionato l'omicidio del marito. Per la sua fama di "donna fatale" era stata ribattezzata la "Messalina di Milano" In tutta la città erano infatti note le sue audaci imprese amorose.

Ritratto di Bianca Maria disegnato da Ambrogio Noceto nell’Album della Trivulziana

La sua storia viene narrata da padre Matteo Bandello che la descrive come una donna bellissima ma dai perfidi istinti: "Nel 1525 veniva pure accusata d'aver spinto un suo amante, certo Pietro da Cardona, a sopprimergli il marito per poter poi darsi liberamente ai facili amori".
La contessa venne infatti incolpata durante l'intransigente dominazione spagnola, di aver istigato l'innamorato del momento a uccidere il vecchio marito, il conte Masino, che costituiva il principale intralcio alle sue numerose avventure erotiche.
Secondo la ricostruzione dei fatti, il complice don Pietro tese con i suoi uomini un'imboscata al conte e l'uccise proprio mentre stava tornando verso casa.
Quando venne arrestato e torturato confessò di aver commesso il reato per compiacere alla contessa.
Questa venne imprigionata e a nulla valsero le sue conoscenze e le sue ricchezze: fu condannata a morte, mentre il suo amante-sicario riuscì a scappare e a farla franca.
La nobildonna fu decapitata proprio davanti al Castello Sforzesco e la sua testa rimase esposta per parecchi giorni al pubblico.
Si dice che continuasse a sembrare viva.

Quadro dipinto nel 1865 da Federico Pastoris, "I signori di Challant nel castello di Issogne"

La contessa di Challant, al secolo Bianca Maria Scapardone, (... – Milano, 20 ottobre 1526), è stata una ricca ereditiera casalese, andata in sposa ancora adolescente nel 1514 a Ermes Visconti di Somma, figlio secondogenito dell'aristocratico Battista Visconti.
Morto Ermes nel 1521, si risposò con il conte Renato di Challant; il secondo matrimonio della Scapardone si rivelò fallimentare, la giovane lasciò lo sposo facendo ritorno prima a Casale Monferrato e poi a Milano. Nel 1526 venne accusata di essere mandante dell'omicidio di uno dei suoi amanti e decapitata sul rivellino del castello sforzesco.

Chiesa di San Maurizio, il tramezzo con l'affresco che raffigura la "Messalina di Milano" dal sito arte it

La sua vita scandalosa e la sua tragica fine vennero narrate, come già accennato da Matteo Bandello in una delle sue più celebri novelle che, tra realtà e finzione, crearono questo personaggio. Il suo ritratto, come attestato dallo stesso Bandello ("E chi bramasse di veder il volto suo ritratto dal vivo, vada ne la chiesa del Monistero Maggiore, e là dentro la vedrà dipinta", Novella IV, Parte I), fu dipinto da Bernardino Luini nella chiesa di S. Maurizio a Milano; il ritratto "dal vivo" va identificato con quello della committente nella lunetta di destra del tramezzo.

Particolare del volto, dall'affresco di Bernardino Luini





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