lunedì 3 giugno 2024

I Martinitt e il Mandarinetto di Renato Marelli


La sede della Isolabella in via Villoresi, archivio Pictures Archives

Fine anni 50 inizio anni 60. Era ancora il periodo dei tavoli lunghi. Prima di sederci a mangiare dovevamo ascoltare l'ordine del giorno, solo dopo la sua lettura ci davano l'ordine di sederci.

La foto è riferita ad un Natale ma serve per dare l'idea di noi allineati davanti ai tavoli in attesa dell'ordine di poterci sedere per mangiare, Archivio Museo Martinitt e Stelline, per gentile concessione di Renato Marelli.

In quegli anni, nel periodo invernale avveniva un fatto curioso. In refettorio sui tavoli trovavamo 4 o 5 mandarini ciascuno. Prima di sederci ci ordinavano di sbucciare i mandarini e tenere le bucce in mano, poi alcuni incaricati passavano con dei sacchi dove noi dovevamo buttare le bucce. Dopo questa operazione ci si poteva sedere a mangiare quei mandarini come frutta.

La storica bottiglia del Mandarinetto Isolabella, liquore creato da Egidio Isolabella nel 1870


Perché tutto questo?
Una nota fabbrica di Milano produceva il liquore Mandarinetto. A lei servivano solo le bucce per estrarre le essenze che avrebbero aromatizzato il liquore.

Una storica pubblicità opera di Marcello Dudovich



Del frutto sbucciato non se ne facevano nulla e lo avrebbero buttato al macero. Da qui l'idea di una collaborazione con i Martinitt. Loro ci donavano i mandarini in cambio dovevamo sbucciarli e rendere a loro le bucce.

2 commenti:

  1. Bellissima storia 👍

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  2. Però la paga con i mandarini….ma allora non si parlava di sfruttamento dei minori!

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