domenica 22 novembre 2015

Lo Strano Zoo di Milano di Roberto Bagnera, fotografie di Franco Mauri


Prima pagina dell'articolo pubblicato sul numero di Luglio-Agosto 1989 della rivista Itinera, in foto i fenicotteri di casa Invernizzi
Già al solo citare lo Zoo ci pare di immaginare il levarsi di scudi da parte di verdi, ambientalisti e nemici delle gabbie indiscriminate, ma, pazienza signori, lasciateci almeno entrare nell'argomento prima di accusarci, perché non di quella istituzione cittadina ormai definitivamente chiusa vi vogliamo parlare bensì di quelle sacrosante curiosissime decorazioni che animano le pareti della nostra beneamata Milano.
Va da sé, però, che un breve pensiero alla vecchia e ormai inutile costruzione ai bastioni di Porta Venezia, lo Zoo appunto, è doveroso rivolgerlo; che ce ne faremo ora di questo ennesimo vuoto a rendere urbano? Speriamo che almeno se ne mantengono intatte le strutture: un po' per testimonianza storica, un po' per valore architettonico e un po' perché così com'è può benissimo rappresentare uno splendido parco giochi per i bambini.
Gli animali poi, li vedremo qualche volta di più sui libri, perché non ci sarà sempre possibile recarci negli ambienti naturali dove essi vivono. Sia lode quindi al Museo di Storia Naturale che sopperirà sempre più a questa mancanza e a quegli architetti che, forse presagi dei giorni a venire, hanno immortalato quelle care forme faunesche direttamente nei marmi e nel cemento delle case di Milano.

Animali aquatici

Uno di questi edifici è sito in via Gadio all'intemo del parco del Castello, ospita le strutture dell'Acquario Civico. Fu costruito nel 1906 dall'architetto Sebastiano Locati per la grande esposizione del Sempione e fu in seguito regalato alla Municipalità.Va detto che mai sede di Museo ebbe architettura più consona.
Tutt'intorno sulle pareti sono i busti, incastonati in medaglioni, talvolta con impressionante effetto tridimensionale, di animali acquatici e di anfibi, mentre qualche decorazione a piastrelle policrome rammenta la vegetazione marina.
Come non rimanere impressionati di fronte alle fauci spalancate dell'ippopotamo che pare difendere la facciata dell'acquario?
Poco più in là appena girato l'angolo, come in agguato, pronto a sferrare il suo micidiale attacco, un coccodrillo ci guarda con occhi socchiusi, forse pregustandosi il prossimo pasto. La fuga è d'obbligo in questi casi e quella piovra rugosa che ci osserva stupita qualche metro più in là è persino rassicurante così come quei ranocchi sbigottiti e quel simpaticone che si erge impettito sul davanzale di una finestra sul fianco destro: sua maestà il pinguino


Via Gadio, particolari del Civico Acquario
 Nella giungla
Altri animali abitano però altrove nella giungla metropolitana, troviamo sua altezza reale il leone un po' dappertutto, nelle vie Iommelli e Porpora; in via Moretto da Brescia al 9 lo troviamo addirittura in due versioni: dipinto su di un fianco dell'edificio in posizione rampante e scolpito su di un comignolo intento a proferire il suo nobile ruggito, in tanto quelle scimmiette che su alcune guglie del Duomo si arrampicano verso l'alto prendono a salire più vertiginosamente per lo spavento.
Un barrito fa eco dal fondo del cortile della vasca nel castello dove gli elefanti affrescati si sono imbizzarriti, in piazza San Alessandro n° 5 la testa d'elefante che sporge dalla sommità dell'arco d'ingresso scruta circospetta l'orizzonte, forse preoccupata per la vicinanza di un bassorilievo sacro detto "Madonna del topolino", a causa della presenza di questo piccolo animale. Mentre il dromedario, sulla sommità dell'ingresso del quattrocentesco palazzo Borromeo nella piazza omonima, continua a ruminare tranquillamente, sentendosi protetto dalla santità che emana dal luogo e, davanti a san Carlo, anche il leone si ferma deferente.

Via Jommelli 43
 
Via Moretto da Brescia 9

 
Via Moretto da Brescia 9

 
Palazzo Borromeo
Nella foresta
C'è calma nella foresta milanese e continua a scorrere tranquilla la vita dei nostri animali. I teneri cerbiatti nel giardino di via De Togni si abbeverano alla fonte e i cervi dei parco di via Arena, intrecciano giocosi le loro robuste corna. Essi furono donati alla città di Milano da uno scultore polacco che volle così festeggiare l'ascesa al Soglio Pontificio di papa Giovanni Paolo Il.
Poco fuori la cerchia cittadina, a Cologno Monzese per la precisione, sul muro di una fabbrica, in mosaico, troviamo una simpaticissima famiglia di gatti musicisti intenti a dare un saggio della loro abilità, mentre il nemico di sempre: il cane, viene distratto da alcuni leziosi amorini sul fregio della facciata della clinica Columbus, ex villa Faccanoni Romeo, costruita ai primi del novecento, dall'architetto Sommaruga, in via Buonarroti; le lampade del giardino della villa sono impreziosite da libellule e api in ferro battuto eseguite da Alessandro Mazzucotelli, autore fra l'altro del famoso cancello delle farfalle per le casa Moneta in via Ausonio 3 e delle inquietanti api di palazzo Castiglioni.

Giardino di via De Togni
Via Arena
I Gatti musicisti di Cologno Monzese

Via Buonarroti, il cane nella decorazione della Clinica Columbus

Via Buonarroti, Clinica columbus, lampada di Alessandro Mazzucotelli con motivo di api

Via Buonarroti, Clinica columbus, lampada di Alessandro Mazzucotelli con motivo dilibellula

Via Ausonio 3, casa Moneta, particolare del cancello delle farfalle di Alessandro Mazzucotelli

Tra acque e cieli
Non lontano gracidano indisturbate le rane in via Mascheroni 18, mentre un raro esempio di pellicano fa mostra di sé nelle piastrelle multicolori di via Tamburini angolo via Pontebba.
In via Guido D'Arezzo 5, casa Scarpa dei primi del novecento, alcune lumache scivolano minacciose lungo i bordi delle finestre, mentre sui muri riposano delle aragoste che, ahimè, sembrano infelici, forse perché sono raffigurate come se fossero disposte su di un piatto di portata.
In via San Dionigi, la strada che porta a Chiaravalle, nel bordo dell'edificio ove è sita la famosa statua del Cristo benedicente un dolce e mite cavallino fa mostra di sé, è bardato, con i paraocchi forse per non farlo intimorire troppo alla vista dell'aquila pronta a levarsi in volo sulla sommità della fontana di piazza Tricolore, ma niente paura c'è Pegaso, il cavallo alato, pronto a levarsi dalla stazione centrale e volare al soccorso, così anche le rondini che nidificano sulla facciata di via Porta 3, opera dello scultore Treccani possono seguitare ad intrecciare i loro garruli voli. Altri uccelli svolazzano liberi in via Montello 16 su alberi di pesche, mentre dei cervi si abbeverano alteri all'acqua deliziosa di una fontana scrosciante e gli orsi di Milano si riposano all’ombra dei balconi dell'ultimo piano di una casa di via Giovanni da Cermenate.
L'edificio al N°12 di via Bianca di Savoia è un'autentica miniera di immagini, nonostante l'occhio nudo non possa cogliere altro che un intricato rincorrersi di linee decorative: utilizzando un binocolo o meglio ancora un obbiettivo fotografico saremo piacevolmente colti di sorpresa, tutto il mondo animale infatti sembra si sia dato convegno e cieli, terre e acque convivono in un babelica confusione decorativa. Ecco immortalati sulla nostra pellicola dei cigni, dei fagiani che fiancheggiano un vaso di fiori, degli uccelli del paradiso, dei bellicosi galli che si fronteggiano in battaglia, delle cicogne, alcune colombe, renne intente a brucare germogli, due coccodrilli che combattono con altrettante aquile feroci, due pavoni con le variopinte code raccolte, dei teneri uccellini in un nido mentre si fanno imbeccare dalla madre. Alberi dalla fitta vegetazione popolati di uccelli fino all’inverosimile  che si rincorrono in cieli immaginari, mentre una coppia di avvoltoi osserva distratta. Papere sguazzano in un laghetto tranquillo dove pesci e pesci volanti nuotano in un mondo sommerso di fiaba, più in alto un pappagallo cerca di fronteggiare l'assalto di una pantera. Lo stato di conservazione di questi graffiti lascia molto a desiderare e ci auguriamo che possa essere fatto qualcosa per ripristinare l'originale tessuto cromatico di questo edificio che rappresenta uno degli esempi più simpatici della città; prima di concludere non possiamo dimenticare quei paffuti e rosei porcellini che vivono sui capitelli di un edificio di via Minghetti angolo piazza Cadorna, per non parlare di quel pavone che fa leziosamente la ruota sulla nicchia superiore di una casa di viale Monte Nero, dirimpetto  a viale Lazio, o quel deliziosi scoiattoli che sgranocchiano pigne al n° 7 di piazza Wagner; della scrofa semilanuta, che pare abbia dato il nome alla città, in piazza Mercanti non vogliamo dire nulla che già non sia risaputo, e un cenno lo riserviamo al cavallo stanco del Missori nella piazza omonima.

 
Le rane di via Mascheroni 18


Via Tamburini angolo via Pontebba

Aragoste e lumache in via Guido d'Arezzo

 
Il cavallino di via San dionigi

 
L'aquila di piazza Tricolore, con regolamentare piccione


 
Pegaso alla Stazione Centrale

 
Rondini sulla facciata di via Porta 3


Orsi in via Giovanni da Cermenate


Via Bianca di Savoia 12 particolari

I porcellini di via Minghetti
 
Lo scoiattolo di piazza Wagnera


Sicuramente non abbiamo citato tutti gli animali che vivono, così ci piace dire, nella nostra città, anzi saremo ben lieti se voleste segnalarcene altri che ci fossero sfuggiti, se poi vi capitasse di passeggiare per via Cappuccini, in zona Porta Venezia, soffermatevi davanti al giardino di palazzo Invernizzi, al n° 7, vedrete un'intera colonia di fenicotteri, veri questa volta dei tipo Flamande Rose e se sbirciate più attentamente fra  l’intrico di rami del giardino vi sarà dato di scorgere innumerevoli altri volatili passeggiare liberamente: non è forse vero che la vostra Milano ha semprequalche nuova emozione da regalarci?

Un’ultima considerazione la riserviamo alla Toponomastica, sapete che fra le varie categorie di nomi con cui sono state battezzate le vie di Milano ci sono anche degli animali?
Il fatto curioso è che si sono utilizzati solo gli uccelli: allodola, capinera, cardellino, lucherino, passero,rondine,
pettirosso, storno e usignolo.

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