venerdì 18 ottobre 2019

L'Acqua Marcia di Milano di Roberto Bagnera

Tre fontane a Milano, accomunate dalla forma ottagonale, custodiscono un segreto curioso della nostra città che per questo può fregiarsi di essere...una località Termale.

Dettaglio della fontana presso l'Arena Civica, foto di Clara Giacconi

Presso l'Arena Civica, nel 1828, l'ingegner Amorosi installò una struttura ottagonale che convogliava l’acqua di una sorgente solforosa.
Fu subito presa d’assalto dai cittadini ambrosiani, che le riconobbero subito funzioni taumaturgiche di sicuro effetto.
Ancora oggi è in funzione in viale Elvezia anche se, a dirla giusta, in origine si trovava spostata di un centinaio di metri più inoltrata nel parco, ma il trasloco non impedì un andirivieni di gente ancora oggi sorprendente.

Ci si disseta alla fontana presso l'Arena, foto del 1946 di Federico Patellani
 

 Anche in viale Piceno era collocata una fontana siffatta: pescava da un pozzo artesiano di acque sulfuree che raggiungeva i 259 metri di profondità. 

La fontana di viale Piceno in una foto del dopoguerra, Archivio Muvilo
Ormai il pozzo è asciutto da decenni ma, all’ epoca sua, rivaleggiava con quello dell’Arena per numero di utenti, tanto che un gruppo di distinti milanesi arrivò al punto di creare la Società dell’Acqua Marcia, che fu persino quotata in Borsa e che fallì miseramente per...dobbiamo dirlo?...mancanza di...liquidi.



La fontana nella sua originaria collocazione nel parterre di viale Piceno all'altezza del civico 17, foto di Giorgio Brancaglion

Dopo un primo intervento conservativo e di restauro, conclusosi nel decennio scorso, che avrebbe visto la fontana di viale Piceno ricollegata alla falda acquifera, non essendo ormai possibile ripristinare l'originale collegamento alla falda solforosa, a causa dei lavori per la corsia preferenziale della linea ATM 92, la fontana è stata collocata in piazza Emilia.

La fontana oggi, in piazza Emilia, foto di fi_decorso
I pozzi della cosiddetta acqua marcia furono scavati nel 1926 e, a seguito di precise analisi, il comune decise di non immetterne l'acqua nel circuito idrico. Furono ovviamente fatte analisi approfondite: quella del 1927 ad opera dei tecnici del civico acquedotto Formenti e Scipiotti e uno successivo del 1947 ad opera del professor Giuseppe Bragagnolo che dimostrò non trattarsi di acque sulfuree bensì oligominerali.


 
Ecco un confronto fra le due succitate analisi

Nel 1947 si fece anche un sondaggio fra i frequentatori delle due fontane per scoprire quali fossero le malattie che trovavano sollievo dall'uso dell'acqua e si scoprì che venivano beneficiati sintomi e disturbi che nulla avevano a che fare con l'uso terapeutico dei sulfurei. 
 
Nella foto di Federico Patellani del 1946 alla fontana delll'Arena il rito dello riempimento della bottiglia da portarsi a casa

A seguito delle rilevazioni tecnico scientifiche che portavano al risultato di dichiarare l'acqua come oligominerale, naturalmente si approntò uno studio progettuale, cui collaborò l'architetto Mario Tevarotto, volta ad un migliore e razionale sfruttamento dell'acqua terapeutica. Riproduciamo qui alcune tavole del progetto di padiglione per la fontana di viale Piceno.



Una terza fontana collegata in origine alla falda sulfurea è quella che si trova in Piazza Sant Angelo, che si fregia del complesso statuario raffigurante San Francesco che parla agli animali, opera del 1926 dello scultore Giannino Castiglioni, realizzata in occasione del settimo centenario dalla morte del santo.


La fontana di piazza S. Angelo, foto di Giorgio Brancaglion


Attualmente solo la fontana di viale Elvezia è alimentata dalla falda dell'acqua marcia e nonostante rechi ben visibile il cartello "Acqua non potabile", apposto nel 2017 dopo una serie di prelievi voluti dall'ASL, è tuttora meta di nostalgici "avventori" che dichiarano che le proprietà curative di quest'acqua sono miracolose. noi l'abbiamo miscelata con del buon Bonarda e possiamo testimoniare che è un aperitivo eccellente.

Direttamente dal produttore al consumatore, foto del 1946 di Federico Patellani


Anche questa è Milano da Bere

 






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