Tre fontane a Milano, accomunate dalla forma ottagonale, custodiscono un segreto curioso della nostra città che per questo può fregiarsi di essere...una località Termale.
Dettaglio della fontana presso l'Arena Civica, foto di Clara Giacconi |
Presso l'Arena
Civica, nel 1828, l'ingegner Amorosi installò una struttura ottagonale che convogliava l’acqua di una sorgente
solforosa.
Fu subito presa d’assalto dai cittadini
ambrosiani, che le riconobbero subito funzioni taumaturgiche di sicuro effetto.
Ancora oggi è in funzione in viale Elvezia anche se, a dirla giusta, in origine si trovava spostata
di un centinaio di metri più inoltrata nel parco, ma il trasloco non impedì un
andirivieni di gente ancora oggi sorprendente.
Ci si disseta alla fontana presso l'Arena, foto del 1946 di Federico Patellani |
Anche in viale Piceno era collocata una fontana
siffatta: pescava da un pozzo artesiano di acque sulfuree che raggiungeva i 259
metri di profondità.
La fontana di viale Piceno in una foto del dopoguerra, Archivio Muvilo |
Ormai il pozzo è asciutto da decenni ma, all’ epoca sua,
rivaleggiava con quello dell’Arena per numero di utenti, tanto che un gruppo di
distinti milanesi arrivò al punto di creare la Società dell’Acqua Marcia, che
fu persino quotata in Borsa e che fallì miseramente per...dobbiamo dirlo?...mancanza di...liquidi.
La fontana nella sua originaria collocazione nel parterre di viale Piceno all'altezza del civico 17, foto di Giorgio Brancaglion |
Dopo un primo intervento conservativo e di restauro, conclusosi nel
decennio scorso, che avrebbe visto la fontana di viale Piceno ricollegata alla
falda acquifera, non essendo ormai possibile ripristinare l'originale
collegamento alla falda solforosa, a causa dei lavori per la corsia
preferenziale della linea ATM 92, la fontana è stata collocata in piazza Emilia.
La fontana oggi, in piazza Emilia, foto di fi_decorso |
I pozzi della cosiddetta acqua marcia furono scavati
nel 1926 e, a seguito di precise analisi, il comune decise di non immetterne
l'acqua nel circuito idrico. Furono ovviamente fatte analisi approfondite:
quella del 1927 ad opera dei tecnici del civico acquedotto Formenti e Scipiotti
e uno successivo del 1947 ad opera del professor Giuseppe Bragagnolo che
dimostrò non trattarsi di acque sulfuree bensì oligominerali.
Nel 1947 si fece anche un sondaggio fra i
frequentatori delle due fontane per scoprire quali fossero le malattie che
trovavano sollievo dall'uso dell'acqua e si scoprì che venivano beneficiati
sintomi e disturbi che nulla avevano a che fare con l'uso terapeutico dei
sulfurei.
Nella foto di Federico Patellani del 1946 alla fontana delll'Arena il rito dello riempimento della bottiglia da portarsi a casa |
A seguito delle rilevazioni tecnico scientifiche che portavano al risultato
di dichiarare l'acqua come oligominerale, naturalmente si approntò uno studio
progettuale, cui collaborò l'architetto Mario Tevarotto, volta ad un migliore e
razionale sfruttamento dell'acqua terapeutica. Riproduciamo qui alcune tavole del
progetto di padiglione per la fontana di viale Piceno.
Una terza fontana collegata in origine alla falda sulfurea è
quella che si trova in Piazza Sant Angelo, che si fregia del complesso
statuario raffigurante San Francesco che parla agli animali, opera del 1926
dello scultore Giannino Castiglioni, realizzata in occasione del settimo centenario dalla morte del santo.
La fontana di piazza S. Angelo, foto di Giorgio Brancaglion |
Direttamente dal produttore al consumatore, foto del 1946 di Federico Patellani |
Anche questa è Milano da Bere
Nessun commento:
Posta un commento