mercoledì 27 maggio 2020

Cascina Gobba: un’occasione persa di Gabriele dell'Oglio

Cascina Gobba circa 1960


 Ai più oggi il nome Cascina Gobba richiama l’omonima fermata della metropolitana 2, tuttavia il toponimo viene da lontano: la Cascina compare infatti in un cabreo dell’anno 1603, in cui risulta che la stessa risulta affittata ad un tale “Cristoforo De Magistris appellato il Gobbo”, da cui il nome.
La posizione della cascina, poco distante dal Fiume Lambro, ed alla confluenza tra la Strada Provinciale veneta (ora Strada Statale 11, Padana Superiore) e la Strada Provinciale per Imbersago, fece sì che si formasse un piccolo nucleo di edifici ed attività.
L’apertura nel 1878/1880 delle tranvie a vapore per Vaprio e Vimercate, trasformate in tranvie elettriche alla fine degli anni ’20 dovette contribuire alla floridità del luogo.
Oltre alla Cascina infatti, già dalla fine dell’ottocento era attiva la Trattoria della Gobba, cui si aggiunse, ai primi del ‘900 un biscottificio.
Tutto scorre tranquillo, fino al dopoguerra, quando si comincia a valutare la necessità di adeguare la viabilità al crescente traffico automobilistico.
In particolare si sentiva l’esigenza di un collegamento efficace con l’autostrada A4 che corre più a nord (attiva già dagli anni ’30), nonché con la realizzanda Autostrada del sole (la cui prima pietra viene posata nel 1956 ed il cui primo tratto Milano-Piacenza Nord sarà attivato già alla fine del 1958).
In quest’ottica, nel PRG del 1953 fu inserito un primo progetto di viabilità, illustrato in dettaglio in un corposo volume di ben 170 pagine, edito dal Comune di Milano nel 1956 [1].

Foto 1: Nodo della Gobba PG 1953
A cavallo del 1960 i lavori di costruzione del collegamento con l’Autostrada A4 furono portati a termine senza tuttavia interferire con gli edifici esistenti, come si può ben vedere dall’immagine scattata da Fritz van Dam il 26.6.1964 [2] e dalla vista aerea datata 29.07.1964 [3].

Foto 2:  La Gobba 26.6.64 autore Fritz Van Dam

Foto 3: Vista aerea 29 07 1964 Fondo Getty
Negli anni ’60, nasceva inoltre un altro progetto che avrebbe avuto ripercussioni sull’area: l’ATM infatti, già dalla fine degli anni ’50 iniziò a progettare un ammodernamento delle linee tranviarie interurbane, mediante la realizzazione di una nuova linea che avrebbe avuto sede totalmente separata e avrebbe visto l’impiego di nuovi rotabili (anche se poi, per mancanza di fondi, si ripiegò sulla realizzazione dei cosiddetti “bloccati” ottenuti partendo da rotabili già nel parco ATM); nacquero così le linee celeri dell’Adda, che sostituirono la vecchia linea per Vaprio, mentre quella per Vimercate, rimase sul vecchio tracciato.
I lavori per la costruzione delle Celeri, procedettero speditamente, tanto che già nella Cartografia Tecnica del 1965 [4] era riportata la Stazione delle Linee Celeri dell’Adda, che sarebbe entrata in servizio solo il 5 maggio 1968.

Foto 4: Carta Tecnica Comunale 1965
Alla fine degli anni ’60 viene infine approvato il progetto della Tangenziale est, i cui lavori inizieranno l’anno successivo per concludersi nel 1975.
Purtroppo il progetto della Tangenziale Est prevedeva di innestarsi nel preesistente svincolo a rotatoria, mediante un tracciato a “Y”, nel quale, per realizzare la carreggiata in direzione Sud, fu inopinatamente deciso di tagliare gran parte della Cascina.

Foto 5: Prospettiva dall'alto del Luglio 1970 scatto di Hank Graalman
I lavori procedettero alquanto speditamente, tanto che in una foto scattata nel luglio 1970 da Hank Graalman [5] si vedono già realizzati:
-  l’ampio parcheggio davanti alla Stazione delle Celeri (nel frattempo diventata anche capolinea della Metropolitana 2), realizzato a spese dei fabbricati sul lato sud di Via Padova;
- il terrapieno della carreggiata in direzione sud della tangenziale;
- il tetto della porzione di Cascina ospitante la Trattoria della Gobba parzialmente tagliato, prodromo del “disastro annunciato”.
Poco dopo infatti [6][7] la porzione di cascina e la trattoria ivi ospitata verrà tagliata perdendo ben quattro finestre e il giardino con veranda, ritrovandosi peraltro addossata alla sede stradale della tangenziale.

Foto 6: Cascina Gobba Foto di Albino Gatti

Foto 7: Cascina Gobba, foto di Albino Gatti
Nella seconda foto si vede anche la modifica di tracciato della tranvia per Vimercate, con, a sinistra, il nuovo binario realizzato sul lato nord di Via Padova e a destra, quello provvisorio e alquanto precario che si reimmetteva sul vecchio tracciato; a seguito della modifica della viabilità stradale, anche il tracciato della tranvia per Vimercate fu modificato realizzando un nuovo percorso, evidenziato in giallo nella foto [8].

Foto 8: Vista aerea anni 70
In tale foto si vede bene il percorso delle due carreggiate della tangenziale, che però mostra come, con un  poco di buona volontà, si sarebbe potuta mantenere intatta la Cascina: infatti se la carreggiata in direzione sud fosse stata costruita simmetricamente a quella in direzione nord (con una doppia curva), la tangenziale sarebbe passata più a Est di quel tanto che sarebbe bastato ad evitare il taglio di Cascina Gobba e quindi dei locali della trattoria, ma evidentemente in quegli anni, la sensibilità ai valori storici non era pari a quella attuale, dove a volte si tutelano anche edifici senza alcun valore storico.
Infine una curiosità… il nuovo tracciato della tranvia per Vimercate correva incassato tra i due sovrappassi stradali (la rampa della tangenziale ed il cavalcavia Molino del Dosso), per cui la sua visibilità, da parte di chi percorresse la variante alla SS Padana superiore, era alquanto limitata, per cui si decise, caso unico nella rete urbana, di dotare l’attraversamento di un vero passaggio a livello, dotato di semibarriere [9] [10].

Foto 9: Aerofoto del 1972

Foto 10:  Passaggio a Livello alla Gobba
 Infine, per quelli che “eh, ma i tram lunghi ostacolano il traffico” (in realtà è il contrario... è il traffico ad ostacolare i tram), una splendida fotografia di Mario Forni, che mostra una composizione tripla di bloccati (lunghezza convoglio, circa 132 metri!) che attraversa l’incrocio tra il Cavalcavia Molino del Dosso e Via Milano [11].


Foto 11: Nell'immagine di Mario Forni una composizione tripla di Bloccati alla Gobba



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