lunedì 25 maggio 2020

Il Barbacarlo unico e prezioso vino dell'Oltrepò Pavese di Roberto Bagnera

OP Rosso Barbacarlo, una preziosa bottiglia del 2001, nell'etichetta si
tratteggiano le colline di Broni,  evidenziata in rosso la vigna Barbacarlo

Da sempre l’ Oltrepò Pavese è terra di vini. La vite vi ha dimora antica come dimostra un tralcio fossile rinvenuto nei pressi di Casteggio. Lo storico e geografo greco Stradone attribuì all’Oltrepò l’invenzione della botte e ne descrisse alcune più grosse delle case.
L’Oltrepò Pavese si identifica con la porzione più meridionale della provincia di Pavia, nelle colline a ridosso degli Appennini, incuneandosi quasi ad arrivare al Mar Ligure.
Da collina a collina, da terreno a terreno esistono differenze podologiche e microclimatiche che consentono alla zona una estrema poliedricità che si traduce in differenti tipologie di vino di elevata qualità e patria di Sangue di Giuda e Buttafuoco.
Nella storica cartolina Broni, la strada per Recoaro con la collina del Barbacarlo


Perla indiscussa dell'enologia di questa zona lombarda è il pregiato Barbacarlo, prodotto  sulle colline di  Broni da un unico produttore: il Cavalier Lino Maga, è un vino rosso composta da un mix sapiente di diversi uvaggi: 55% di Croatina, 20% di Uva Rara, 20% di Ughetta e 5% di Barbera, di una tonalità rubino intensa e da un profumo spiccato con sentore di mandorle, adattissimo all'invecchiamento nelle annate migliori dà il meglio di sè anche dopo 20 anni.

 Lino Maga nella sala degustazione di via Mazzini a Broni,  foto ilvinobuono com
La parola ‘barba' significa ‘zio'. Quindi il nome parte da lontano, quando uno zio Carlo pigiò per la prima volta il prezioso uvaggio, formato da Croatina, Uva Rara e Uvetta, si noti bene che la definizione "lontano" è documentata negli archivi catastali di Broni, dove la vigna del Barbacarlo così è indicata sin dal 1886.


Nell'immagine l'insegna dell'Azienda Agricola Lino Maga

La collina del Barbacarlo è sempre stata storicamente di proprietà della numerosa famiglia Maga, con piccoli appezzamenti divisi fra i vari discendenti che solo nel secolo scorso, si sono riuniti, dopo diverse vicissitudini, nell'unica proprietà di Lino Maga.
Il territorio dell'odierna Broni era probabilmente sede di un'antica località romana, citata in due documenti storici detti "itineraria" come Comillomagus, o Cameliomagus, trascrizioni non propriamente esatte di un possibile originario Camillomagus; anche se è da taluni identificata con Redavalle, luogo di notevoli ritrovamenti d'epoca romana, le distanze indicate dai suddetti itineraria maggiormente si confanno a Broni. Fatto sta che il toponimo rimanda indiscutibilmente al patronimico Maga.

Etichetta posteriore del Barbacarlo che informa sulla vigna e sull'esposizione del terreno 
Il Cavalier Lino coltiva 4 ettari di vigneto, che vanno letti come 45 quintali d’uva per ogni ettaro e circa 10.000 bottiglie di Barbacarlo all’anno. E usare il termine ‘coltivare’ non è del tutto appropriato. I vigneti di Maga sono vere e proprie aiuole, dove l’erba viene tagliata ben 3 volte all’anno. Dal giardino del Barbacarlo escono bottiglie che vanno a ruba, in Italia e all’estero, soprattutto per mano degli intenditori. “Il nostro vino invecchia bene in bottiglia – spiega ancora Lino Maga – e ha la particolarità di essere imbottigliato nella primavera successiva alla vendemmia”.


La sala degustazione di Lino Maga a Broni in via Mazzini, dal sito worldwinepassion
Lino Maga è uno dei padri nobili dell'enologia italiana, con una visione davanti a sè e un progetto ben preciso, anni di lotta perchè i suoi vini non venissero accomunati nel calderone delle etichette di fantasia e gli fosse invece riconosciuta la precisa territorialità, sia il Barbacarlo che il Montebuono sono rigorosamente prodotti da uve provenienti dagli omonimi colli di proprietà e questo già più di 40 anni fa, quando i francesi non avevano ancora sviluppato il concetto di Terroir.
Oggi Lino Maga, un vignaiolo d'altri tempi, è rimasto l'unico produttore del leggendario Barbacarlo, giustamente orgoglioso del suo figlio prediletto che, a prescindere da una comune sontuosità gustativa, si presenta con piccole differenze ogni anno che testimoniano ancora di più la genuinità e l'onestà produttiva di questo vino.

Un allegro terzetto di bottiglie di Montebuono del 2002
Solo un altro vino fa parte della produzione dell'Azienda Agricola Lino Maga: il Montebuono, un Sangue di Giuda dal carattere focoso, che viene chiamato anche il vino di Napoleone perchè si racconta che con esso si sia ristorato dopo le fatiche della battaglia di Marengo.

L'ingresso dal cortile di casa della sala degustazione, dal sito worldwinepassion 












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