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La celeberrima pubblicità del 1951 per il panettone Alemagna, realizzata dall'illustratore Lucien Vertaux con la figura dell'angelo che ha da quel momento assunto la funzione di simbolo dell'azienda |
Una delle più prestigiose ed iconiche aziende milanesi, non solo in campo dolciario, fu sicuramente quella fondata e diretta dai fratelli Gioacchino (Melegnano 13 Maggio 1892), detto Gino ed Emilio Alemagna (Milano 23 Giugno 1896) , detto Milo, una famiglia piuttosto agiata la loro, il nonno era un emerito chirurgo a Pavia ed il padre Francesco un imprenditore orafo di successo, tanto che dalla natia Melegnano trasferì il proprio nucleo famigliare a Milano dove vissero in una villetta in piazza della Repubblica, qui nacquero Emilio ed il fratello minore Aldo. La villetta era ancora rilevabile fino al 1965 e fu poi demolita a causa dell'ingrandimento dell' Hotel Westin Palace.
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L'arcivescovo di Milano Giovanni Battista Montini, futuro Papa Paolo VI, visita lo stabilimento Alemagna di via Silva, accompagnato da Emilio, Gioacchino e da suo figlio Alberto. |
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Melegnano, piazza Vittorio Emanuele e l'imbocco di via Umberto I, oggi via Frisi, dove era locata l'abitazione degli Alemagna |
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Melegnano, scorcio di via Umberto I, odierna via Frisi, all'estrema sinistra di questa vecchia immagine troviamo l'abitazione degli Alemagna |
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Melegnano, in questa foto recente, la casa originaria degli Alemagna in via Frisi |
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Gioacchino Alemagna |
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Emilio Alemagna |
Purtroppo sulla famiglia incombevano tristi momenti, Francesco Alemagna subì un bruttissimo tracollo finanziario che ne decretò la bancarotta e lo costrinse a fuggire in Spagna, la moglie, Luigia Buzzoni, venne a mancare poco tempo dopo, lasciando i tre fratelli a dover sbarcare il lunario ed affrontare le dure realtà della vita quotidiana, lasciata a malincuore l'abitazione milanese furono ospitati dai nonni materni nelle campagne pavesi, dove Gioacchino trovò occupazione come garzone di fornaio apprendendo i rudimenti dell'arte bianca.Emilio si lanciò in qualche iniziativa commerciale di poco rendita, quando, scoppiata la prima guerra mondiale, 1914, entrambi i fratelli furono impiegati nel Regio Esercito.
A conflitto finito Emilio decise che il pur ospitale contado non offriva occasioni di crescita e di prosperità, quindi decise di ritornare a Milano dove prese abitazione in via Porpora ed iniziò un proficuo apprendistato in una pasticceria rinomata in via Santa Margherita.
Pur avendo raggiunto una situazione economica soddisfacente Emilio Alemagna sentiva che doveva fare un passo in avanti che desse una svolta significativa alla sua vita e fu così che convinse il fratello Gioacchino ad impegnarsi nell'acquisto di un loro negozio.
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Via Paolo Sarpi 11, la Pasticceria Bottiglieria Rognoni che fu acquistata dai fratelli Alemagna |
Così, nell'anno 1919, la scelta cadde su una pasticceria ben avviata in una zona semiperiferica della città, la via Paolo Sarpi, dove i proprietari, i cugini Delmati, sono titolari del Caffè Pasticceria Rognoni che trasferiscono agli Alemagna per circa 230.000 Lire, pagati con cambiali del valore di 50.000 lire, garantite da uno zio materno.
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Scorcio degli interni della Pasticceria Rognoni - Alemagna negli anni 20 |
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Cartolina pubblicitaria che celebra i 32 anni di presenza del negozio Alemagna di via Paolo Sarpi |
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Copertina di un depliant pubblicitario del 1954 per il negozio Alemagna di via Paolo Sarpi 11 |
Il successo arride subito agli sforzi degli intraprendenti fratelli, tanto che la loro pasticceria ottiene un primo premio al concorso di panettoni fra le offellerie milanesi, negli anni 20, presto si procurarono un laboratorio di appoggio in piazzale Baiamonti per far fronte alla sempre crescente domanda dei propri clienti.
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La Pasticceria Alemagna in via Carlo Alberto, oggi via Mazzini, angolo via Tre Alberghi anni 20 |
In breve, l'impresa di famiglia crebbe in modo deciso, vedeva impegnati i fratelli Emilio e Gioacchino, insieme alla moglie Eva, ed era contraddistinta da una forte attenzione all'uso di materie prime di qualità e ad una certa capacità di affrontare le sfide di un'organizzazione più impegnativa rivelata quest'ultima da Emilio che sapeva destreggiarsi in maniera sorprendente fra le difficoltà del lavoro, una volta per sopperire alla mancanza di una fornitura di canditi si rivolse per l'acquisto all'azienda di Angelo Motta pur di non fermare la produzione.Nel 1921 decisero di aprire un loro negozio in una zona centrale e scelsero la via Carlo Alberto, odierna via Mazzini, all' angolo con la via via Tre Alberghi, per posizionare il loro nuovo punto vendita. |
Interno della Pasticceria Alemagna in via Carlo Alberto, odierna via Mazzini, angolo via Tre Alberghi, in una foto anni 20 di Achille Clecchia |
A fronte del successo della loro attività, ormai ben solida, non dimenticarono di occuparsi del fratello minore Aldo, che aveva servito sul finire della guerra come soldato bambino ed aveva poi acquisito anch'egli una certa esperienza nel campo della pasticceria. Nel 1926 fu assunto da Emilio e Gioacchino nell'azienda di famiglia e successivamente ricoprì il ruolo di responsabile del settore distribuzione della ditta. Aldo si spese con passione nella gestione dell'azienda finchè, un malaugurato giorno del 1966, di ritorno da una battuta di pesca al lago di Viverone, fu vittima di un terribile incidente automobilistico nei pressi di Novara. Fu ricoverato presso la Clinica Madonnina dove poi si spense, dopo 3 anni di operazioni e sofferenze nel 1969
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La Pasticceria Alemagna in via Orefici, angolo via Torino, anni 50 |
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Via Orefici e il bar pasticceria Alemagna, anni '50
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Nel 1933 gli Alemagna approdarono finalmente al cospetto della Cattedrale e del cuore pulsante della città inaugurando la storica pasticceria in piazza Duomo, all'angolo fra le vie Torino e Orefici, che contribuì ad un ulteriore crescita in notorietà e volume di affari, una prestigiosa posizione, fra l'altro, a pochi passi dal locale gestito da Angelo Motta, il rivale di sempre nella dualità dolce di Milano.
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Via Torino, anni '50 a destra Alemagna |
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Il bar pasticceria Alemagna tra via Torino, via Orefici e piazza del Duomo |
Negli anni 30 la crescente importanza dell'impresa convinse i fratelli a prendere in considerazione che era necessario assumere una dimensione di carattere industriale ed ecco che nel 1936 acquisiscono in via Silva una struttura appartenuta d una tintoria, dotata di impianti di produzione sistemati in un capannone dotato di ampie vetrate che forse non era totalmente adatto al tipo di lavorazioni cui attendevano ben 9 operai, oltre ad Emilio che si occupava della parte finanziaria e del reparto frutta, ad Aldo per la distribuzione e a Gioacchino responsabile del reparto forni.
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il primo stabilimento Alemagna nel 1936 |
Purtroppo un'immane tragedia incombe ancora una volta sulle sorti dell'Alemagna, i bombardamenti del 1943 devastano anche il loro stabilimento, sono anni durante i quali Gioacchino è sfollato con la famiglia ad Alassio, mentre Emilio rimane in città ad occuparsi di difendere l'impresa per garantire ai milanesi il dolce natalizio anche in quei severi frangenti, inventandosi acrobazie e viaggi all'estero per continuare ad avere le materie prime necessarie.
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Lo stabilimento Alemagna, nel 1948, vista d'angolo fra le vie Silva e Monte Bianco |
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Lo stabilimento Alemagna in via Silva foto di Gabriele Basilico |
Lo stabilimento disastrato di via Silva venne riedificato nel 1948 affidando il compito all'architetto Antonio Cassi Ramelli, dotando la struttura di macchinari all'avanguardia nel settore, a volte progettati e richiesti specificamente dagli Alemagna stessi. Nello stesso anno il Cassi Ramelli si occupò anche del padiglione aziendale in fiera Campionaria e nel 1949 realizzò il prestigioso negozio di via Manzoni.
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Via Silva, lo stabilimento Alemagna, foto del 1949 |
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Interno della Pasticceria Alemagna di via Silva |
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1948, si preparano i panettoni nei laboratori dell'Alemagna in via Silva |
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L'Alemagna in via Manzoni, anni 50 |
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Il bar pasticceria Alemagna in via Manzoni 1950-55 |
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Via Manzoni, interno del ristorante Alemagna |
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Dettaglio della parete di fondo della Tea Room all'interno della storica pasticceria Alemagna in via Manzoni 31, foto del 1949 di P. Nicolini e C. |
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La maniglia dell'ingresso della pasticceria Alemagna di via Manzoni |
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Scorci dei raffinati ambienti interni della Alemagna di via Manzoni |
Gli anni 50 sono gli anni del boom e vedono l'azienda affrontare con successo nuove sfide e nuovi prodotti, non solo panettoni, ma merendine, gelati e caramelle, iniziative commerciali che giungono immancabilmente ad un grande successo di pubblico e che consolida quello che è ormai un impero dolciario vero e proprio capace di impiegare ben 6000 persone, giungendo anche ad aprire un locale, sia pur prevedendone una perdita finanziaria, solo perchè in quella stessa via si era già posizionato l'eterno rivale Motta.
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Viale Tunisia angolo corso Buenos Aires, la società Alemagna acquista questo palazzo in via di demolizione, dove a nuovo edificio realizzato, aprirà il suo punto vendita. Foto Archivio L'Unità |
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1966 si inaugura la Pasticceria Alemagna in corso Buenos Aires, qui l'interno in occasione del Santo Natale con il consueto dono dei panettoni alle Stelline |
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L'alemagna di corso Buenos Aires nel 1973 in questa foto di Silvestre Loconsolo, scattata in occasione di una manifestazione Manifestazione per l'anniversario della liberazione |
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L'Alemagna di corso Buenos Aires nel 1985 in una foto che ritrae un'operazione di disinfestazione |
All'apice dell'espansione aziendale Emilio si ritira nel 1962, Gioacchino resiste fino al 1967, e passa il controllo al figlio Alberto, già associato da anni alla direzione dell'impresa e con notevoli iniziative di successo da lui intraprese. A causa della crisi petrolifera degli anni 70, e delle crescenti difficoltà finanziarie che toccarono anche questo colosso dell'industri alimentare, Alberto nel 1968fu costretto a cedere quote della società alla SME, la finanziaria alimentare dell'IRI,
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Alberto Alemagna con il figlio Daniele, 7 anni , nel 1974, e la moglie Daniela |
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Il piccolo Daniele Alemagna protagonista suo malgrado della cronaca milanese |
Un brutto episodio nella vita di Alberto Alemagna fu il rapimento del piccolo Daniele, 7 anni all'epoca avvenuto nell'ottobre del 1974, quando il piccolo stava rincasando da scuola ed aveva quasi raggiunto la villa di famiglia nel quartiere San Siro, alcuni individui misero fuori gioco l'autista e la guardia che erano addetti alla sua sicurezza e rapirono il rampollo degli Alemagna, Fu liberato cinque giorni dopo, il 28 Ottobre, in uno stato di salute soddisfacente, tanto che lo stesso Daniele rivelò che pensava i suoi sequestratori fossero attori e che si erano prodigati per rendere più lieve il soggiorno forzato. Per la sua liberazione i genitori Alberto e Daniela furono costretti a versare un riscatto di un miliardo di Lire.
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Il coltello per affettare il panettone, gadget pubblicitario di Alemagna, anni 50, collezione e foto di Oscar Cattaneo |
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Gadgets pubblicitari Alemagna anni 20 |
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Pubblicità su rivista che riproduce lo stabilimento Alemagna di via Silva |
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Pubblicità su rivista per il panettone Alemagna |
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Pubblicità del 1967 del panettone Alemagna |
Sulla nostra pagina FaceBook: Milano Policroma una raccolta di immagini di altri prodotti dell'Azienda Alemagna https://www.facebook.com/media/set/?set=a.5850025298348196&type=3
Qui un delizioso storico Carosello
https://www.youtube.com/watch?v=-_qrbfZxOQw
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