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Servizio fotografico del 2025 di Giovanni Fanelli |
Una passeggiata in Porta Vittoria, addentrandoci nelle vie con minor traffico ci permette di cogliere una delle gemme più risplendenti della nostra città: il policromo Villaggio Operaio, composto dalle vie Lincoln e Franklin, delimitato dalle vie Pietro Calvi, Pasquale Sottocorno, Benvenuto Cellini, dalle quali si dipartono gli ingressi al quartiere, e via Archimede.
Si tratta di una piccola parte edificata di un progetto che era ben più ambizioso e che prevedeva di trasformare il circondario in una cittadella operaia composta da 307 abitazioni unifamiliari, da cedere con la formula dell'affitto a riscatto, inoltre 31 edifici ad appartamenti destinati al semplice affitto, prefigurando in questo agglomerato la presenza di circa 3500 residenti.
Promotrice di questa iniziativa fu la Società Edificatrice di Abitazioni Operaie, operante nel campo edilizio fin dal 1878, anno della sua fondazione, che aveva come obiettivo la realizzazione di case destinate ad una clientela di operai specializzati che avrebbero potuto diventarne proprietari attraverso la formula dell'affitto a riscatto.
L' attività però non doveva essere stata particolarmente redditizia visto che il progetto iniziale dovette essere abbandonato per mancanza di fondi, si decise comunque di procedere nel 1886 con la realizzazione del villaggio, ancor oggi preservato nella quasi totale integrità, eccezion fatta per un paio di ristrutturazioni, destinato ai ferrovieri.
Lavori progettati e messi in essere dagli ingegneri Ceruti, Mazzocchi e Poggi, consentirono la creazione di 120 alloggi realizzando unità abitative unifamiliari tutte a due piani e attrezzate con un piccolo spazio verde coltivabile; praticamente una schiera di villette, ognuna con caratteristiche architettoniche e/o dettagli decorativi che le differenziano, differenze accentuate anche dalle accese colorazioni che coprono tutta la gamma dell'arcobaleno, rinfrescate a dovere nel corso dei decenni che caratterizzano edifici gradevoli che costeggiano la via Lincoln, con la tradizionale pavimentazione a rizzada, sfociando in una raccolta piazzetta nella quale converge anche la via Franklin, qui un tempo faceva bella mostra di sè un pozzo in pietra e ferro battuto, forse a sottolineare il centro del piccolo quartiere.
Sembra quasi una magia, a due passi dal frenetico ritmo milanese e dall'indiavolato traffico in un batter d'occhio ci si ritrova al cospetto di rigogliosi e ben curati giardini e di deliziosi cortiletti altrettanto eleganti e ben tenuti, nota curiosa in questi ultimi continua la numerazione della via, motivando quindi gli apparenti salti nei civici.
Nel quartiere un profluvio di vegetazione, fiori, roseti e anche palme concorrono a farci sentire in un altro dove dalla Milano quotidiana.
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Gli inconsueti cartelli stradali posti in via Cellini all'ingresso del villaggio Lincoln Franklin |
Un piccola curiosità finale è data dai 2 segnali stradali affissi all'ingresso al quartiere di via Benvenuto Cellini: uno indica di fare attenzione perchè l'area in questione è soggetta ai giochi dei bambini, l'altro ammonisce che all'interno del quartiere la velocita' massima è di 20 chilometri all'ora.
Molto bello questo servizio di Giovanni Fanelli..andrò a vederlo con più attenzione..ci sono passata tante volte di fretta..grazie e complimenti sl fotografo
RispondiEliminaNon immaginavo che esistessero ancora. Bel servizio fotografico
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