domenica 23 giugno 2013

L'Aquila del Fernet di Roberto Bagnera





 In data 27 novembre 1905 al Ministero dell'Economia Nazionale viene depositato il marchio aquila-bottiglia-mondo, il deposito, che reca il numero 7108, è così descritto: “La figura di un globo terraqueo (sic) sormontato da un'aquila che stringe tra gli artigli una bottiglia con relativa etichetta. Sul globo vedesi spiegata una fascia nera coll'indicazione Fernet-Branca in lettere bianche ed in due righe sotto la scritta ‘dei F.lli Branca Milano'; inferiormente un contorno di nubi ed un'ancora inclinata, accompagnata dalle iniziali F.B.”, autore del marchio è il noto cartellonista del periodo Liberty Leopoldo Metlicovitz.

Cominciamo così a parlare brevemente di quell’avventura, iniziata a Milano nel 1845, da  Bernardino Branca e i suoi tre figli, Luigi, Giuseppe e Stefano, avventura, che continua da oltre un secolo e mezzo, e che porterà per il mondo prodotti  come l’ Acqua di Cedro Spiritosa,  il  Rhum Kingston,  l’Old Brandy, che sarebbe poi diventato il celberrimo Stravecchio, il Cherry Branca, l’Estratto di Tamarindo e soprattutto il Fernet Branca ed il fratellino minore Branca Menta. 
 
Ritratto di Bernardino Branca conservato nello stabilimento di via Resegone

In quell’anno Bernardino Branca mise a punto una sua ricetta, ancora oggi rigorosamente segreta, che miscelando più di trenta erbe officinali a dell’alcool e facendola invecchiare in botti di rovere per almeno 12 mesi, diede origine al mirabolante Fernet che fu subito uno strepitoso successo, e altrettanto subito, il suo inventore ne stabilì un’efficace campagna pubblicitaria.
Il primo annuncio pubblicitario, conservato nell'archivio della Fratelli Branca è del 14 febbraio 1865 ed è pubblicato su “La Perseveranza” , un quotidiano di tendenza moderata e assai influente nella vita politica nei primi decenni dello Stato unitario, pubblicato a Milano dal 1859 al 1922.
In questo annuncio, formato cm 10x10 circa, si leggono molte cose curiose.
Intanto che il Fernet-Branca si chiamava soltanto “Fernet” e che era un “rinomato liquore”; era inoltre “febbrifugo, vermifugo, tonico, corroborante, calefacente e anti-colerico”, tra le sue altre qualità “è sorprendente nel guarire in poche ore quel malessere prodotto dal SPLEAN (sic), patema d'animo”.
Poi si passa alla fantasiosa citazione di un presunto inventore: “La longevità della famiglia dell'inventore Dottor Fernet, Svedese, vi prova l'utilità dell'uso di questo liquore.
Il Dottor FERNET visse 104 anni, suo padre 130 e sua madre 112”. 


Al di  là dell’invenzione, ma molti la danno per vera, nell’opificio attuale, in via Resegone, sede dell’Azienda dal 1911,una parte degli uffici è adibita a museo aziendale, curato e creato da un dipendente, Tacito Pederzoli,dove sono conservate bottiglie storiche, alambicchi e manifesti pubblicitari: Alchermes, Chartreuse, Menta Verde, Elisir China, Fiori Alpini, Tamarindo, Crema Moka, Vermouth, Prunella, Anisetta, Maraschino, Vieux Cognac Supérieur, eccetera, tutte di straordinario livello grafico.
Il più importante di questi prodotti, il Vieux Cognac Supérieur, è l'unico ancora oggi in produzione con la denominazione di Stravecchio Branca; per un accordo con la Francia, dopo la Seconda guerra mondiale, si dovette infatti rinunciare all'appellativo di “cognac”.
   Ma la storia della F.lli Branca prescinde e trascende dalla pura attività liquoristica e si fonde armoniosamente con l’etica ed estetica cittadina, oltre al pregevole e meritorio museo infatti ci preme ricordare che nel 1913 Bernardino Branca, detto Dino, finanziò, insieme ad un gruppo di notabili milanesi, la costituzione del Museo Teatrale alla Scala.
Uguale prova di mecenatismo illuminato l’azienda riservò alla ristrutturazione della torre del parco: sita all'interno del Parco Sempione, è una slanciata struttura metallica alta 108.6 metri, che sorge accanto alla Triennale, denominata Littoria, fu costruita in occasione della quinta Mostra Triennale delle Arti Decorative su progetto dell’architetto Giò Ponti e venne inaugurata il 10 agosto 1933.


La torre era rimasta chiusa sin dal 1972, ma a partire dal 1985 è stata fatta restaurare a spese della notissima distilleria di liquori Fratelli Branca E' stata riaperta al pubblico per la prima volta nell’estate del 1997.Dalla torre, la cui saletta di vertice, 97 metri sopra la città, non può più essere per ragioni di sicurezza il ristorante che era alle origini, è possibile avere una visione panoramica sui principali monumenti della città: l'Arco della Pace, il Castello Sforzesco e il Duomo, un luogo unico per ammirare i panorami su Milano.
L’ascensore panoramico consente di salire lungo i 99 metri in circa 90 secondi sino al locale belvedere. Dal 9 febbraio ad aprile la Torre Branca è aperta al pubblico due giorni alla settimana, il mercoledì e il sabato, dalle 9 alle 16.

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