sabato 25 gennaio 2025

Il policromo Villaggio Operaio Lincoln - Franklin di Roberto Bagnera e Giovanni Fanelli

 

Servizio fotografico del 2025 di Giovanni Fanelli






Una passeggiata in Porta Vittoria, addentrandoci nelle vie con minor traffico ci permette di cogliere una delle gemme più risplendenti della nostra città: il policromo Villaggio Operaio, composto dalle vie Lincoln e Franklin, delimitato dalle vie Pietro Calvi, Pasquale Sottocorno, Benvenuto Cellini, dalle quali si dipartono gli ingressi al quartiere, e via Archimede.

Si tratta di una piccola parte edificata di un progetto che era ben più ambizioso e che prevedeva di trasformare il circondario in una cittadella operaia composta da 307 abitazioni unifamiliari, da cedere con la formula dell'affitto a riscatto,  inoltre 31 edifici ad appartamenti destinati al semplice affitto, prefigurando in questo agglomerato la presenza di circa 3500 residenti.

Promotrice di questa iniziativa fu la Società Edificatrice di Abitazioni Operaie, operante nel campo edilizio fin dal 1878, anno della sua fondazione, che aveva come obiettivo la realizzazione di case destinate ad una clientela di operai specializzati che avrebbero potuto diventarne proprietari attraverso la formula dell'affitto a riscatto.

L' attività però non doveva essere stata particolarmente redditizia visto che il progetto iniziale dovette essere abbandonato per mancanza di fondi, si decise comunque di procedere nel 1886 con la realizzazione del villaggio, ancor oggi preservato nella quasi totale integrità, eccezion fatta per un paio di ristrutturazioni,  destinato ai ferrovieri.

Lavori progettati e messi in essere dagli ingegneri Ceruti, Mazzocchi e Poggi, consentirono la creazione di 120 alloggi realizzando unità abitative unifamiliari  tutte a due piani e attrezzate con un piccolo spazio verde coltivabile; praticamente una schiera di villette, ognuna con caratteristiche architettoniche e/o dettagli decorativi che le differenziano, differenze accentuate anche dalle accese colorazioni che coprono tutta la gamma dell'arcobaleno, rinfrescate a dovere nel corso dei decenni che caratterizzano edifici gradevoli che costeggiano la via Lincoln, con la tradizionale pavimentazione a rizzada, sfociando in una raccolta piazzetta nella quale converge anche la via Franklin, qui un tempo faceva bella mostra di sè un pozzo in pietra e ferro battuto, forse a sottolineare il centro del piccolo quartiere.

Sembra quasi una magia, a due passi dal frenetico ritmo milanese e dall'indiavolato traffico in un batter d'occhio ci si ritrova al cospetto di rigogliosi e ben curati giardini e di deliziosi cortiletti altrettanto eleganti e ben tenuti, nota curiosa in questi ultimi continua la numerazione della via, motivando quindi gli apparenti salti nei civici.

Nel quartiere un profluvio di vegetazione, fiori, roseti e anche palme concorrono a farci sentire in un altro dove dalla Milano quotidiana.

Gli inconsueti cartelli stradali posti in via Cellini all'ingresso del villaggio Lincoln Franklin


Un piccola curiosità finale è data dai 2 segnali stradali  affissi all'ingresso al quartiere di via Benvenuto Cellini: uno indica di fare attenzione perchè l'area in questione è soggetta ai giochi dei bambini, l'altro ammonisce che all'interno del quartiere la velocita' massima è di 20 chilometri all'ora.































martedì 21 gennaio 2025

La scomparsa Santa Maria di Brera rivive nel Parco di Monza di Roberto Bagnera e Filomena Schiattone

 

Dettaglio della Cascina San Fedele nel Parco di Monza con elementi decorativi provenienti dalla scomparsa chiesa di Santa Maria di Brera

Servizio fotografico della Cascina San Fedele di Filomena Schiattone


Via Brera, il palazzo che ospita la Pinacoteca ingloba i resti dello scomparso convento degli Umiliati e parte della demolita chiesa di S, Maria in Brera, la cui zona inferiore, fino a poco sopra la volta delle navatelle laterali, è fasciata entro le strutture seicentesche dell'ala meridionale dell'attuale Palazzo di Brera.
Se ci si pone di fronte all'accesso della Pinacoteca, la piazzetta sulla destra, oggi piazzetta Brera, è ancora quella antistante in origine la facciata della chiesa che fu aggiunta nel 1387 al convento degli Umiliati.
La preziosa facciata, rivestita in marmo a bande orizzontali bicrome viene oggi attribuita a Balduccio da Pisa.
Si possono infine ancora individuare le strutture originarie della chiesa, fra le quali alcune campate di fondo, parte del presbiterio e la base del campanile.

Stampa settecentesca dalla civica Raccolta Bertarelli

Resti della chiesa di Santa Maria in Brera presso il palazzo della Pinacoteca, Archivio ACAdeMI

Resti della chiesa di Santa Maria in Brera presso il palazzo della Pinacoteca, Archivio ACAdeMI


Resti della chiesa di Santa Maria in Brera presso il palazzo della Pinacoteca, Archivio ACAdeMI


Fu nel 1808 che si decise di realizzare i grandi saloni napoleonici che avrebbero ospitato la nascente pinacoteca demolendo parte delle strutture del convento e della chiesa, i bassorilievi, le sculture della facciata e frammenti del portale della chiesetta furono destinati al Museo d'arte antica del Castello, altre vennero reimpiegate dallo stesso architetto Luigi Canonica per la realizzazione della facciata della cascina San Fedele, al parco di Monza, lapidi ed altri frammenti salvati vennero poi acquistati dal nobile Ferdinando Cusani, Ciambellano dell’Imperatore, per la sua villa di Desio, oggi Villa Antona Traversi.

All’interno del parco di Villa Reale a Monza, ecco ancor oggi rinvenibili le delicate architetture della Cascina San Fedele, realizzata nel 1809 su progetto dell’architetto Luigi Canonica che caratterizzò la facciata del nuovo edificio utilizzando come elementi distintivi e decorativi i materiali di spoglio provenienti dalla demolita chiesa di Santa Maria di Brera.























giovedì 16 gennaio 2025

L'effimera linea Loreto - Duomo di Gabriele dell'Oglio

 

il 7 Aprile 1963 entra in servizio la linea automobilistica celere "LD". Per l'occasione al capolinea di Loreto la mascotte Rosarita Galvan prende conoscenza del nuovo automezzo.
Foto Archivio Ogliari

Il 7 aprile del 1963 viene attivata la linea automobilistica Celere LD (Loreto - Duomo) con capolinea situato nella via Caretta.

Il percorso stabilito è: corso Buenos Aires - corso Venezia - piazza San Babila - corso Europa - piazza fontana - piazza Camposanto e ritorno con partenza da corso Vittorio Emanuele.

Le vetture hanno la livrea verde, con una larga fascia bianca e rossa sotto i finestrini e la scritta sulle fiancate, a caratteri cubitali, “LINEA CELERE”.
L’esperimento ebbe successo, ragione per cui dal 25 novembre la linea viene prolungata in via Salieri, a due passi dalla Stazione ferroviaria di Lambrate, per con conseguente modifica del percorso che aggiunge la tratta via Salieri - via Vallazze e quindi piazzale Loreto per poi proseguire come indicato poc'anzi, con il non indifferente risultato di garantire un rapido collegamento con il centro ai viaggiatori delle ferrovie che usufruivano della stazione di Lambrate e degli utenti delle tranvie dell’Adda in piazza Aspromonte, dove si erano attestate dopo lo spostamento del capolinea da via Benedetto Marcello, avvenuto il 22 novembre 1959.


Dettaglio ingrandito da una cartolina d'epoca di piazza San Babila


La linea sarà poi soppressa il 1° novembre 1964, contestualmente alla inaugurazione della linea metropolitana 1 (Sesto Marelli-Lotto).
Gabriele

Si ringrazia l'amico Enzo Porcu per averci inviato le immagini.