Quando l'amico Roberto Bagnera mi ha
chiesto di scrivere qualcosa sulla nostra Milano, mi sono
sentito onorato ed anche un po’ lusingato che abbia chiesto proprio a me di parlare di questa splendida città che, come molti altri, mi
ha accolto quando avevo tre anni e mi
ha fatto crescere da meneghino.
Così da via Stradella, a via Gian Battista Vico, all’età di nove anni sono approdato in via Ripamonti al
civico 36, ero in zona “Porta Romana”, che a quell’età non era poi così
importante.
Scorcio di via Ripamonti fra il civico 36 ed il civico 38, foto Archivio ACAdeMI - Roberto Bagnera |
Il cortile di via Ripamonti 36 |
Cosa vuol dire essere di Porta Romana lo
capisci dopo, crescendo.
La Porta Romana da corso Lodi |
Una cosa che può far sorridere è quando, magari in
vacanza al mare, ai conoscenti cerchi di spiegare dove abiti in Milano e loro appena
sentono Milano, subito ti chiedono: “Conosci Luigi, mio cugino…” come se Milano
fosse un paesino di 100 anime, comunque dicevo che tentando di far capire la
zona di Milano in cui abiti, andando per tentativi dicevi:
“Vicino alla circonvallazione della 90-91… Piazza Medaglie d’Oro… Il parco
Ravizza!
“Ah si!” rispondevano loro e tu restavi
abbastanza male nel capire che la tua zona, per chi non conosceva Milano, era
famosa “all’estero” per il Parco Ravizza, tristemente noto per la sua attività
notturna di prostituzione non eterosessuale.
Scorcio del Parco Ravizza, 1950, Publifoto, Archivio TCI |
La nostra “palestra di vita”, che andava come ho detto dal Parco Ravizza (di
giorno) allo scalo ferroviario di Porta Romana “dopo il ponte”, da via Brembo a
piazzale Lodi, da viale Monte Nero alla Crocetta, dal Campo Cappelli all’ Abbazia di
Chiaravalle, da Via Bellezza all’ Oratorio Sant’Andrea, da via Piacenza a Via Crema.
Cortile dell'Oratorio di Sant'Andrea, via Trebbia, foto ACAdeMI - Roberto Bagnera |
Poi le passeggiate a Chiaravalle, lì si andava in bicicletta oppure si arrivava a piedi in piazzale Corvetto e si saliva sulla 207 che ci portava all'abbazia, ma quanto era bello girovagare in bici luno la Vaiano Valle
La Trattoria Le Fontane in via Vaiano Valle 49, primi anni 90, Archivio ACAdeMI |
Ricordi d’altri tempi… quando
arrivava un’ acquazzone che allagava le strade noi bambini, alcuni perlomeno,
andavamo vicino al muro che separava lo scalo ferroviario da via Brembo perché
nelle pozzanghere trovavamo, “udite,udite” i girini che poi messi in una latta di salsa di pomodoro, pulita e riempita d’acqua tenevamo in balcone a casa aspettando la
metamorfosi, sentendoci un po’… Darwin alla scoperta.
Scorcio di via Brembo in una foto del 1968 di M. Resentini |
Un bel giorno, all’Oratorio, cercavano dei bambini per
una “recita” (termine che non ho mai potuto digerire, non so neanche io il
perché) e fra gli altri “el sior Crenna” scelse me.
Locandina della commedia El Barchett di Boffalora rappresentata il 2 marzo del 1974 presso il Teatro dell'Oratorio di S. Andrea (proprietà dell'Autore) |
Aggiungete il fatto che
mio fratello Davide a quel tempo frequentava una filodrammatica di
professionisti e mi insegnava tutto quello che apprendeva (forse per capire se
aveva capito) e capirete come successe che volli diventare un attore...
Dimentichi Cinisello 😜
RispondiEliminaUn bel racconto ..ho sempre pensato che Porta Romana non era bella ma rimane nel cuore..perchè era piena di osterie e di fabbriche e la gente si voleva bene ..e cantavano ..io abitavo un po' più in giù a S. Luigi..ora vivo a Clusone ma penso sempre alla mia Milano
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