lunedì 18 marzo 2019

Il Lazzaretto di Crescenzago e l'Oratorio di San Mamete di Roberto Bagnera e Filomena Schiattone


Milano, si sa, è una città rivolta al futuro, il tempio della modernità e della proverbiale efficienza,
tutto vero, tutto vero anche quando si afferma che è un luogo pieno di sorprese dove le tradizioni ed un certo numero di resistenze del suo passato coesistono con facciate strutturali e grattacieli impervi.
Passeggiando per alcune strade periferiche l’epifania di trovarsi in altri tempi può colpirvi molto più spesso di quanto non crediate. Crescenzago per esempio, antico borgo lambito dal Naviglio Martesana conserva fra le sue strade più d’una perla storica e paesaggistica.
Percorrendo la via San Mamete e aguzzando gli occhi potremo leggere, all’altezza del civico n° 50, dove la via si produce in una repentina piega, proprio sull’angolo la scritta :

X VIA
GIA’ LAZZARETTO



In realtà davanti alla X manca una E, come evidenziato dalla foto storica, quindi una via che conduceva al Lazzaretto.



Ma qui non siamo a Porta Orientale dunque?

Il Lazzaretto , da cui prendeva nome in precedenza l'attuale via San Mamete , è testimonianza delle pestilenze del XV e XVI secolo.


Mappa catastale di fine Ottocento della zona del Lazzaretto

Verso la metà del 400 scoppia in Europa una grande epidemia. A Milano gli appestati venivano portati fuori città a mezzo di barche ma era una soluzione  piuttosto scomoda. Vennero presentati al duca Galeazzo Maria Sforza progetti di ricoveri collegati con l'Ospedale Maggiore.
Lazzaro Cairati, notaio dell'Ospedale,  nel 1460 propose  un lazzaretto da costruirsi in "loco crescenzago" da raggiungere con barche lungo il Naviglio Martesana. Il progetto venne realizzato negli anni 1484-90.
Il borgo di Crescenzago venne perciò eletto a luogo di ricovero per malati di peste a causa dei ricorrenti contagi che affliggevano Milano,  come quelli del 1524 e nel 1576-77, in quest'ultima occasione  se ne prese cura il cardinale Carlo Borromeo, il quale fece erigere un oratorio conosciuto oggi come San Mamete al Lazzaretto.
Successivamente, nel corso del  XVIII secolo le strutture del  lazzaretto  vennero inglobate in una struttura rurale che prese il nome di cascina Lazzaretto, nome che richiamava il toponimo storico pioi convertito in via San Mamete, ed è residua testimonianza testimonianza delle pestilenze del XV e XVI secolo.



Resti del Lazzaretto e dell'omonima cascina




Altri Lazzaretti e luoghi di ricovero degli appestati si trovavano in varie località di Milano, alcuni sopravvissuti fino ad oggi ed altri no come ad esempio quello che si narra esistesse in loco Corte Regina, poco distante da qui, ma riguardo il quale non ci sono documentazioni storiche.


Facciata e particolari dell'Oratorio di San Mamete




Il complesso dedicato a San Mamete, Lazzaretto ai tempi della peste di San Carlo ed inserito ora in un gruppo di cascine, conserva un oratorio coevo che deve aver subito radicali trasformazioni nel corso del Diciassettesimo secolo come ci fa pensare la campana datata 1683. La facciata è lineare, spartita da due ordini di lesene tra le quali si inseriscono il portale che ripete nel timpano il motivo del coronamento, e il finestrone ad arco a sesto ribassato.
Interni della chiesetta








L’interno è ad aula rettangolare con volta a botte divisa in tre campate; in corrispondenza di quella centrale, sulle pareti laterali si aprono sue arconi. Nella chiesa trovano spazio due pregevoli dipinti un cristo Deposto ed una sacra Famiglia con Gesù Bambino che benedice la mensa. 




Nel presbiterio notevole è l’altare a stucchi policromi a imitazione di intarsi marmorei.

L'altare policromo e dettagli


 


Nella sagrestia è conservato un affresco cinquecentesco raffigurante una deposizione tra i SS. Rocco e Sebastiano.





Parte centrale dell'affresco riproducente una finestra trompe l'oeil dove si riconoscerebbero le strutture del Lazzaretto


Una nota di cronaca ricordata da alcuni abitanti del quartiere ci informa che negli anni 90,
in attesa che venisse ultimata l'attuale Chiesa di quartiere Adriano "Gesù a Nazareth", all'interno del lazzaretto venne predisposta una chiesa provvisoria  che venne utilizzata per battesimi e comunioni, dato che l' Oratorio di San Mamete era troppo piccolo per le esigenze della comunità, fu così che la stalla della cascina al civico 75 di via San Mamete  fu trasformata  e adattata ad uno spazio accogliente dove poter celebrare la Santa Messa, si organizzò persino un bar ed altri spazi del caseggiato rurale furono utilizzati per diverse attività parrocchiali. Questa particolare condizione meritò dagli abitanti il nome di Cattedrale Stalla.
Converrà poi che si passeggi ancora un poco lungo la via San Mamete dove, al civico 98,  ci imbatteremo nella storica Cascina Bosco il cui nome ci ricorda l'esistenza dello storico Bosco di Crescenzago che si estendeva fino ai confini della vicina Sesto San Giovanni.

Particolari della Cascina Bosco






Concludiamo la nostra narrazione ricordando che nel 1900, all'epoca della visita pastorale dell'Arcivescovo Andrea Carlo Ferrari presso la Pieve di Bruzzano, cui era annesso in amministrazione ecclesiastica il territorio in questione, L'oratorio di San Mamete era parte del beneficio parrocchiale di Santa Maria In Crescenzago, e registrato come proprietà di tali Beretta.
Santa Maria Rossa in Crescenzago era in tale data una parrocchia costituita da 2500 anime compresi gli abitanti delle frazioni di Cimiano, Corte Regina, Molino del Dosso e Tre Case.



Stralcio di mappa IGM del 1850 raffigurante la zona in questione.

Nel territorio parrocchiale, oltre a San Mamete si registravano l'Oratorio di Snta Maria Assunta in Cimiano e l'Ospedale di Milano, quest'ultimo fu fatto edificare nel 1250 a seguito della visita del frate Domenicano Stefano Spagnolo, penitenziere del Papa e visitatore apostolico in Lombardia, che ordinò ai convenutali agostiniani di Santa Maria Rossa di edificare un ospedale per i poveri infermi secondo il volere di Papa Innocenzo IV, ancora oggi le strutture della storica Basilica di Crescenzago, situata in prossimità di quella che era nel XII secolo la Strada Veneta come ci attesta il dizionario Corografico d'Italia del 1854, sono composte da: chiesa, canonica. chiostro e ospedale.


Scorcio di via San Mamete, sulla destra l'omonima chiesetta, foto del 1984 di Virgilio Carnisio

Foto Reportage 2019 di Filomena Schiattone

Per la realizzazione di questo articolo ringraziamo alcuni abitanti di Crescenzago, che non amano essere nominati, che ci sono stati preziosissimi per i loro racconti e testimonianze sul vecchio borgo e le sue emergenze culturali.
Si ringrazia l'amico Matteo Grieco per aver dissipato il velo sulla lettera mancante nella vecchia cartella viaria di via San Mamete 50 ed aver fornito l'immagine storica.
Grazie all'Ingegner Gabriele dell'Oglio per le mappe storiche e al maestro Virgilio Carnisio per la splendida fotografia del 1984 di via San Mamete









2 commenti: