mercoledì 20 marzo 2019

L'Arena Civica: un progetto di trasformazione monumentale degli anni 30 di Gabriele dell'Oglio




Come noto ai più, l’Arena civica fu costruita tra il 1805 ed il 1807, su progetto dell’Architetto Luigi Canonica, il quale si ispirò alla tradizione imperiale romana, ed in particolare al Circo di Massenzio.
Nel primo secolo di vita, l’Arena fu usata prevalentemente per naumachie (ricostruzione di battaglie navali, allagandole con le acque della Roggia Castello), per corse di cavalli e giochi pirotecnici.


L'Arena allagata in occasione di una naumachia, 1875
Fu anche usata per spettacoli circensi (vi si esibì il circo di Buffalo Bill) ed ospitò i campionati italiani di ciclismo del 1895.
Nel 1910 fu teatro dell’esordio assoluto della nazionale italiana di calcio che per l’occasione affrontò la Francia (vittoria azzurra per 6-2).
Infine dal 1930 al 1947 ospitò le partite casalinghe dell’Internazionale F.C. (mentre il Milan, giocava a San Siro dal 1926).
15 Maggio 1910, la Nazionale Italiana disputa all'Arena la prima partita della sua storia con la Francia, ottenendo una lusinghiera vittoria per 6 reti a 2 con tre realizzazioni di Lana ed una per uno da parte di Fossati, Rizzi e Debernardi.
Ecco da sinistra a destra i protagonisti di quella storica impresa : Mario De Simoni, Francesco Calì (Capitano), Franco Varisco, Domenico Capello, Virgilio Fossati, Attilio Trerè, Franco Bontadini, Giuseppe Rizzi, Aldo Cevenini, Pietro Lana, Arturo Boiocchi, Enrico Debernardi. Una curiosità è che questa immagine non fu scattata all'Arena come attestao ovunque su Internet e su alcuni documenti ufficiali, bensì al campo del Milan in Via Bronzetti, dove si tenne un allenamento qualche giorno prima della partita contro la Francia.
Quello che pochi sanno, invece è che l’architetto Giuseppe de Finetti, predispose un progetto di ampliamento, in collaborazione con l’ingegner Arturo Danusso e l’architetto Mario Bacciocchi.
L’ampliamento dell’Arena si inquadrava nel progetto più ampio, noto come “Foro Mussolini”, che avrebbe rivoluzionato l’area a nord-est dell’Arena.
Per la realizzazione dell’ampliamento, de Finetti ipotizzava di demolire le “carceri”, la “porta trionfale”, la “porta libitinaria”, il “pulvinare” ed il colonnato, che sarebbero stati riutilizzati in parte in loco, in parte altrove.
In questo modo le gradinate esistenti avrebbero costituito il “primo anello” della nuova struttura.
Il nuovo impianto, infatti, si sarebbe infatti sviluppato su quattro ordini di posti, il primo dei quali costituito dalla struttura preesistente, mentre gli altri sarebbero stati di nuova realizzazione.
A completamento della struttura, poi, era prevista una copertura, realizzata con struttura metallica, che avrebbe riparato i tre anelli più esterni.
La nuova struttura sarebbe risultata ben più imponente della esistente, con un’altezza degli spalti a quota 28,90 metri (contro i 5,20 metri della struttura preesistente), che avrebbe raggiunto i 42,50 metri, contando la struttura di sostegno della copertura [1] [2].

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Al fine di consentire l’uso dell’impianto, durante i lavori, questi sarebbero stati realizzati per fasi successive, in modo da mantenere un minimo di agibilità della struttura [3].


Foto 3
Il nuovo impianto, articolato su più livelli, avrebbe anche contenuto al suo interno tutta una serie di locali accessori (ben centoquaranta, destinati alle sedi societarie, agli uffici, agli alloggi degli atleti in allenamento), nonché il complesso sistema di accesso/deflusso agli spalti [4] [5][6].


Foto 4

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Il progettista stimava che il primo anello avesse una capienza ordinaria di 19.000 spettatori (con una supercapienza di 26.600), mentre la parte nuova avrebbe avuto una capienza di 56.364 posti (78.909, in condizioni di supercapienza), per complessivi 75.364 posti (105.509 in supercapienza).
Funzionale al nuovo impianto era anche la sistemazione viaria, che si sarebbe articolata su più livelli, al fine di separare i flussi pedonali, da quelli veicolari, ulteriormente suddivisi fra traffico di accesso allo Stadio e traffico “ordinario”.
Sul lato verso il Parco era prevista la realizzazione di un collegamento diretto tra il Foro Bonaparte e Via Melzi d’Eril. Tale collegamento, che avrebbe avuto la stessa larghezza delle due strade (37,50 metri), non sarebbe stato in piano, ma avrebbe avuto il tratto centrale a quota -5,00 metri, tramite due rampe simmetriche, con pendenza del 6,25%. Nella parte centrale, si sarebbe quindi creata una galleria artificiale, lunga 263 metri, dotata di opportune aperture per la ventilazione ed illuminazione, che avrebbe ospitato due banchine tranviarie lunghe ben 173 metri.
Dalla galleria si sarebbe raggiunta l’Arena in due modi: mediante una coppia di camminamenti che avrebbero portato al parterre e mediante una coppia di scaloni, che avrebbero portato alle gallerie periferiche.
Al di sopra della galleria vi sarebbe stata una piazza terrazzata, avente una superficie di 10.200 mq, elevata ad una quota di 5,35 metri sul piano campagna.
Sul lato opposto dell’Arena (l’area che attualmente affaccia su Via Legnano e Viale Elvezia), era prevista la formazione di una nuova piazza semicircolare, circondata da edifici porticati al cui centro, quale fulcro, sarebbe stata eretta un’alta colonna vittoriale [7] [8].


Foto 7

Foto 8

Infine, con l'obiettivo di risolvere i flussi di traffico, tra loro ortogonali, lungo i Bastioni di Porta Volta e lungo Via della Moscova (ed il suo prolungamento verso Ovest), si sarebbe provveduto a sfalsarli su due livelli, abbassando la sede stradale lungo i Bastioni di Porta Volta, mantenendo a quota campagna le vie ad essa ortogonali.

Tutte le informazioni e le immagini del progetto sono tratte dal libro “Stadi. Esempi - tendenze – Progetti”, Giuseppe de Finetti, Hoepli editore 1934.






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