lunedì 6 novembre 2023

Il Volto del Demonio di Roberto Bagnera


Foto dal sito pilloledarte wordpress com

Visitando le civiche raccolte del Castello Sforzesco può capitare di imbattersi nella terrificante impersonificazione di Messer Satanasso in persona che, colmo dell’orrore sghignazza.
Guardando con tutta l’attenzione che la paura ci consente possiamo accorgerci che si tratta di un busto, probabilmente proveniente da una statua lignea cinquecentesca,
su cui è innestata una testa di diavolo, più probabilmente la raffigurazione di un fauno che, grazie ad un meccanismo contenuto nella scatola su cui poggia la scultura «si mette a sghignazzare, a cacciare la lingua e a sputare in faccia ai presenti, il tutto in mezzo ad un enorme fragore di catene di ferro e di ruote adattissimo per produrre un vero terrore», come riferiva nel 1739 lo scrittore francese Charles De Brosses che ebbe modo di ammirarlo nella sua collocazione originale.

Foto dal sito ilgiornaledellarte com

Il nostro "povero” diavolo infatti altro non è che un ingegnoso automa, appartenuto alla collezione del canonico Manfredo Settala, curiosa figura di ecclesiastico scienziato e premuroso collezionista di oggetti scientifici, particolari, bizzarri e curiosi, tanto da creare nel proprio palazzo di via Pantano 26 un wunderkammer, nome tedesco che si può tradurre con “Camera delle Meraviglie”.

La celebre incisione del 1666 a firma di Cesare Fiori, riproducente la sistemazione della galleria delle curiosità nel palazzo Settala di via Pantano 26.

Alla morte del Settala il curioso museo passò per volontà di testamento Biblioteca Ambrosiana, che nel corso degli anni smembrò l’originale collezione cedendo alcuni pezzi ad altre istituzioni o vendendone alcuni finchè nel 1982, senza chiedere il parere vincolante della Soprintendenza, l' Ambrosiana mise in vendita anche l' automa.

Foto dal sito pilloledarte wordpress com

Fu l’allora direttrice delle raccolte di Arti Applicate del Castello Sforzesco a riconoscere l’automa del Settala nella vetrina di un antiquario milanese e ad acquistarlo, ponendolo poi a guardia di una delle sale dell’istituzione museale.

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