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via Ortica 15, la storica sede, foto ACAdeMI - Roberto Gusmaroli |
Le origini di questo locale potrebbero risalire alla fine dei Seicento, quando era conosciuto come “Osteria dell'Ortica" di proprietà dell'abate Cesare Gorani. Comunque, entrando si aveva l'impressione che l'orologio si fosse fermato da un paio di secoli: tale infatti era l'atmosfera generata dai massicci tavoloni di abete e dal rivestimento di legno scuro delle pareti.
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La Trattoria Gorana all'Ortica in una foto anni 20 del Novecento |
Quelli della "Banda dell'Ortica” - al secolo i vari cantanti e cantas torie, Jannacci in testa, che hanno reso famose le canzoni della mala - la conoscevano bene e spesso poteva capitare di finire la serata con qualcuno di loro alla chitarra.
Condotta dal "Tiglin" (il cui vero nome è Attilio Rusconi) e famiglia, il "Gatto Nero" era la tipica osteria dove: "se parla, se canta e se fa baldoria in milanes".
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Il Tiglin sulla soglia della sua Osteria, Archivio ACAdeMI |
L'ingresso, che in inverno diventava la sala principale, era catterizzato da un grosso camino sempre acceso sul quale l'Attilio mescolava ogni sera la polenta.
La cucina, ovviamente, non poteva che essere principalmente milanese con salumi nostrani, frittatine e sottaceti come antipasti, risotti, Busecca e Cassoeula come piatti forti.
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Il Tiglin al banco, archivio ACAdeMI |
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Interno dell'osteria, archivio ACAdeMI |
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Particolare di una parete con fotografie ricordo, foto di Leotorda |
Lasciato il quartiere dell'Ortica, l'Osteria del Gatto Nero e il Tiglin proseguono per qualche anno la loro attività in una nuova sede in via Privata Decemviri 14, per poi chiudere definitivamente una pagina imprescindibile di storia milanese.
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Primo piano del caminetto, foto di Francesco Brambati |
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Il Tiglin si gode il caldo del caminetto, foto di Donjulio80 |
Bello anche il giardino con il gioco delle bocce, abitavo al 11 con il balcone che si affacciava proprio sopra, e fino a mezzanotte inoltrata si sentiva cantare litigare per una partita a carte o un punto non chiaro a bocce. Ricordo ancora la voce di mio babbo che sovrastava le altre forse perché era il più alto di tutti. Immancabilmente la mattina le lamentele di mia mamma che lo sgridava perché urlava troppo. Ma il pomeriggio il giardino era tutto ns. con la mia amica Silvanina nipote del Sig. Carlo l’allora proprietario. Quanti bei ricordi 👏👏👏👏
RispondiEliminaGrazie mille, graditissima testimonianza
EliminaUn pezzo di storia 👍🙃
EliminaBellissimo quello che hai scritto era la pura verità, molto probabilmente a qual tavolo c'era anche mio papà, mia mamma puliva le rane che mio papà andava a prendere poi le portava al pà Carlo come si chiamava una volta per mangiarle
RispondiEliminaHa fatto parte di un grandioso periodo della mia vita, di quella di mio marito e di tutti gli amo ! Si suonava si cantava si mangiava e ricordo con affetto la moglie del Tiglin che ci preparava sempre le frittelle di mele! La storia dell’ortica che se ne va!
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