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Prima pagina dell'articolo pubblicato sul numero di Luglio-Agosto 1989 della rivista Itinera, in foto i fenicotteri di casa Invernizzi |
Già al solo citare lo Zoo ci pare di immaginare il levarsi di scudi da parte di
verdi, ambientalisti e nemici delle gabbie indiscriminate, ma, pazienza
signori, lasciateci almeno entrare nell'argomento prima di accusarci, perché
non di quella istituzione cittadina ormai definitivamente chiusa vi vogliamo
parlare bensì di quelle
sacrosante curiosissime decorazioni che animano le pareti della nostra beneamata Milano.
Va da sé, però, che un breve pensiero alla vecchia e
ormai inutile costruzione ai bastioni di Porta Venezia, lo Zoo appunto, è
doveroso rivolgerlo; che ce ne faremo ora di questo ennesimo vuoto a rendere
urbano? Speriamo che almeno se ne mantengono intatte le strutture: un po' per
testimonianza storica, un po' per valore architettonico e un po' perché così
com'è può benissimo rappresentare uno splendido parco giochi per i bambini.
Gli animali poi, li vedremo qualche volta di più sui
libri, perché non ci sarà sempre possibile recarci negli ambienti naturali dove
essi vivono. Sia lode quindi al Museo di Storia Naturale che sopperirà sempre
più a questa mancanza e a quegli architetti che, forse presagi dei giorni a
venire, hanno immortalato quelle care forme faunesche direttamente nei marmi e
nel cemento delle case di Milano.
Animali
aquatici
Uno di questi edifici è sito in via Gadio all'intemo
del parco del Castello, ospita le strutture dell'Acquario Civico. Fu costruito
nel 1906 dall'architetto Sebastiano Locati per la grande esposizione del
Sempione e fu in seguito regalato alla Municipalità.Va detto che mai sede di
Museo ebbe architettura più consona.
Tutt'intorno sulle pareti sono i busti, incastonati
in medaglioni, talvolta con impressionante effetto tridimensionale, di animali
acquatici e di anfibi, mentre qualche decorazione a piastrelle policrome
rammenta la vegetazione marina.
Come non rimanere impressionati di fronte alle fauci
spalancate dell'ippopotamo che pare difendere la facciata dell'acquario?
Poco più in là appena girato l'angolo, come in
agguato, pronto a sferrare il suo micidiale attacco, un coccodrillo ci guarda
con occhi socchiusi, forse pregustandosi il prossimo pasto. La fuga è d'obbligo
in questi casi e quella piovra rugosa che ci osserva stupita qualche metro più
in là è persino rassicurante così come quei ranocchi sbigottiti e quel
simpaticone che si erge impettito sul davanzale di una finestra sul fianco destro: sua maestà
il pinguino
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Via Gadio, particolari del Civico Acquario |
Nella giungla
Altri animali abitano però altrove nella giungla
metropolitana, troviamo sua altezza reale il leone un po' dappertutto, nelle
vie Iommelli e Porpora; in via Moretto da Brescia al 9 lo troviamo addirittura
in due versioni: dipinto su di un fianco dell'edificio in posizione rampante e
scolpito su di un comignolo intento a proferire il suo nobile ruggito, in tanto quelle scimmiette che
su alcune guglie del Duomo si arrampicano verso l'alto prendono a salire più
vertiginosamente per lo spavento.
Un barrito fa eco dal fondo
del cortile della vasca nel castello dove gli elefanti affrescati si sono
imbizzarriti, in piazza San Alessandro n° 5 la testa d'elefante che sporge
dalla sommità dell'arco d'ingresso scruta circospetta l'orizzonte, forse preoccupata per la vicinanza di un
bassorilievo sacro detto "Madonna del topolino", a causa della
presenza di questo piccolo animale. Mentre il dromedario, sulla sommità
dell'ingresso del quattrocentesco palazzo Borromeo nella piazza omonima, continua
a ruminare tranquillamente, sentendosi protetto dalla santità che emana dal
luogo e, davanti a san Carlo, anche il leone si ferma deferente.
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Via Jommelli 43 |
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Via Moretto da Brescia 9 |
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Via Moretto da Brescia 9 |
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Palazzo Borromeo |
Nella foresta
C'è calma nella foresta milanese e continua a
scorrere tranquilla la vita dei nostri animali. I teneri cerbiatti nel giardino
di via De Togni si abbeverano alla fonte e i cervi dei parco di via Arena, intrecciano giocosi le loro robuste corna. Essi
furono donati alla città di Milano da uno scultore polacco che volle così
festeggiare l'ascesa al Soglio Pontificio di papa Giovanni Paolo Il.
Poco fuori la cerchia cittadina, a Cologno Monzese
per la precisione, sul muro di una fabbrica, in mosaico, troviamo una
simpaticissima famiglia di gatti musicisti intenti a dare un saggio della loro
abilità, mentre il nemico di sempre: il cane, viene distratto da alcuni leziosi
amorini sul fregio della facciata della clinica Columbus, ex villa Faccanoni
Romeo, costruita ai primi del novecento, dall'architetto Sommaruga, in via
Buonarroti; le lampade del giardino della villa sono impreziosite da libellule
e api in ferro battuto eseguite da Alessandro Mazzucotelli, autore fra l'altro del
famoso cancello delle farfalle per le casa Moneta in via Ausonio 3 e delle
inquietanti api di palazzo Castiglioni.
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Giardino di via De Togni |
Tra acque e
cieli
Non lontano gracidano indisturbate le rane in via
Mascheroni 18, mentre un raro esempio di pellicano
fa mostra di sé nelle piastrelle multicolori di via Tamburini angolo via
Pontebba.
In via Guido D'Arezzo 5, casa Scarpa dei primi del
novecento, alcune lumache scivolano minacciose lungo i
bordi delle finestre, mentre sui muri riposano delle aragoste che, ahimè,
sembrano infelici, forse perché sono
raffigurate come se fossero disposte su di un piatto di portata.
In via San Dionigi, la strada che porta a
Chiaravalle, nel bordo dell'edificio ove è sita la famosa statua del Cristo benedicente un
dolce e mite cavallino fa mostra di sé, è bardato, con i paraocchi forse per non
farlo intimorire troppo alla vista dell'aquila pronta a levarsi in volo sulla
sommità della fontana di piazza Tricolore, ma niente paura c'è Pegaso, il
cavallo alato, pronto a levarsi dalla stazione centrale e volare al soccorso, così anche le rondini che nidificano sulla facciata di via Porta 3, opera dello scultore
Treccani possono seguitare ad intrecciare i loro garruli voli. Altri uccelli
svolazzano liberi in via Montello 16 su alberi di pesche, mentre dei cervi si
abbeverano alteri all'acqua deliziosa di una fontana scrosciante e gli orsi di
Milano si riposano all’ombra dei balconi dell'ultimo piano di una casa di via
Giovanni da Cermenate.
L'edificio al N°12 di via Bianca di Savoia è
un'autentica miniera di immagini, nonostante l'occhio nudo non possa cogliere
altro che un intricato rincorrersi di linee decorative: utilizzando un binocolo
o meglio ancora un obbiettivo fotografico saremo piacevolmente colti di
sorpresa, tutto il mondo animale infatti sembra si sia dato convegno e cieli,
terre e acque convivono in un babelica confusione decorativa. Ecco immortalati
sulla nostra pellicola dei cigni, dei fagiani che fiancheggiano un vaso di
fiori, degli uccelli del paradiso, dei bellicosi galli che si fronteggiano in
battaglia, delle cicogne, alcune colombe, renne intente a brucare germogli, due
coccodrilli che combattono con altrettante aquile feroci, due pavoni con le
variopinte code raccolte, dei teneri uccellini in un nido mentre si fanno
imbeccare dalla madre. Alberi dalla fitta vegetazione popolati di uccelli
fino all’inverosimile che si rincorrono
in cieli immaginari, mentre una coppia di avvoltoi osserva distratta. Papere
sguazzano in un laghetto tranquillo dove pesci e pesci volanti nuotano in un
mondo sommerso di fiaba, più in alto un pappagallo cerca di fronteggiare
l'assalto di una pantera. Lo stato di conservazione di questi graffiti lascia
molto a desiderare e ci auguriamo che possa essere fatto qualcosa per
ripristinare l'originale tessuto cromatico di questo edificio che rappresenta
uno degli esempi più simpatici della città; prima di concludere non possiamo dimenticare
quei paffuti e rosei porcellini che vivono sui capitelli di un edificio di via
Minghetti angolo piazza Cadorna, per non parlare di quel pavone che fa
leziosamente la ruota sulla nicchia superiore di una casa di viale Monte
Nero, dirimpetto a viale Lazio, o quel
deliziosi scoiattoli che sgranocchiano pigne al n° 7 di piazza Wagner; della
scrofa semilanuta, che pare abbia dato il nome alla città, in piazza Mercanti non vogliamo dire nulla
che già non sia risaputo, e un cenno lo riserviamo al cavallo stanco del
Missori nella piazza omonima.
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L'aquila di piazza Tricolore, con regolamentare piccione |
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Pegaso alla Stazione Centrale |
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Rondini sulla facciata di via Porta 3 |
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Orsi in via Giovanni da Cermenate |
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Via Bianca di Savoia 12 particolari |
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I porcellini di via Minghetti |
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Lo scoiattolo di piazza Wagnera |
Sicuramente non abbiamo citato tutti gli animali che
vivono, così ci piace dire, nella nostra città, anzi saremo ben lieti se
voleste segnalarcene altri che ci fossero sfuggiti, se poi vi capitasse di
passeggiare per via Cappuccini, in zona Porta Venezia, soffermatevi davanti al
giardino di palazzo Invernizzi, al n° 7, vedrete un'intera colonia di
fenicotteri, veri questa volta dei tipo Flamande
Rose e se sbirciate più attentamente fra
l’intrico di rami del giardino vi sarà dato di scorgere innumerevoli
altri volatili passeggiare liberamente: non è forse vero che la vostra Milano
ha semprequalche
nuova emozione da regalarci?
Un’ultima considerazione la
riserviamo alla Toponomastica, sapete che fra le varie categorie di nomi con
cui sono state battezzate le vie di Milano ci sono anche degli animali?
Il fatto curioso è che si sono
utilizzati solo gli uccelli: allodola, capinera, cardellino, lucherino,
passero,rondine,
pettirosso, storno e
usignolo.