Scorcio di corso Venezia, quando ancora si ergeva il palazzo Lucini Arese |
Nell'Ottocento molte testimonianze citano che in questo palazzo di Corso Venezia facesse la sua apparizione, affacciandosi al balcone, la splendida Antonietta Fagnani Arese.
Il palazzo venne demolito in periodo post bellico e di questa apparizione si perse memoria.
Ritratto ottocentesco di Antonietta Fagnani Arese, Collezione Privata |
Manca ogni possibile testimonianza in merito alla veridicità presunta di questo caso che potrebbe costituire solamente una delle tante romantiche leggende di fantasmi.
Antonia Barbara Giulia Faustina Angiola Lucia fu l'ultima nata di Giacomo Fagnani (1740-1785) e di Costanza Brusati Settala (1747-1805). Sposò il 20 febbraio 1798 in Santa Maria alla Porta il conte Marco Arese Lucini(1770-1852), sesto conte di Barlassina, figlio del conte Benedetto Arese Lucini e di Margherita Lucini dei marchesi di Besate.
Palazzo Lucini Arese in un'incisione di Marcantonio Dal Re |
Contagiata da una grave malattia venerea, nell'ottobre 1847 si trasferì a Genova, dove di lì a poco si spense. La salma fu riportata a Milano e sepolta nella chiesa di San Babila.
Antonietta è considerata una delle figure di spicco della società milanese in epoca napoleonica. Amica della regina d’Olanda, Ortensia Beauharnais, il cui figlio passò alla Storia col nome di Napoleone III, frequentò la corte del fratello di lei viceré Eugenio.
Portale interno del palazzo Arese di Corso Venezia, foto di Osvaldo Lissoni |
Esperta di francese, inglese e tedesco, aiutò Ugo Foscolo nella revisione delle Ultime lettere di Jacopo Ortis (1802), e nella traduzione de I dolori del giovane Werther e intrecciò con lui una relazione che sembra aver avuto inizio nel luglio 1801. A lei il poeta dedicò All'amica risanata: «E com'eri tu bella questa sera! Quante volte ho ritirati i miei occhi pieni di spavento! Sì, la mia fantasia e il mio cuore cominciano a crearsi di te una divinità».. Il 4 marzo 1803 l'avventura amorosa era già conclusa; Foscolo scrisse al Pecchio che Antonietta «aveva il cuore fatto di cervello».